Storie all’ospedale, ricordi e salti

Qualche parola in ordine sparso e luminoso sul week end appena trascorso.

Sabato ci siamo beati in un luogo di quelli che non ti aspetti, in un quartiere di Modena un po’ così, poco raccomandabile, dove a sentire la gente che parla al bar, ma anche qualche politico, nella migliore delle ipotesi provano a venderti quintali di droga e nella peggiore ti violentano e ti uccidono lasciando il tuo corpo di fianco alle rotaie del treno. Modena, stazione di Modena, per Carpi Suzzara Mantova si cambia!!! Ebbene, in questo piccolo edificio inaspettato, con un giardino inaspettato anche lui pieno di lucine e candele e fiori e collanine create con tanto amore, abbiamo mangiato e bevuto cose buonissime con le due ragazze che hanno accettato la sfida di creare bellezza dove non te l’aspetti e ci raccontavano le loro storie di incontri e integrazione e fiabe. Nella strada davanti al locale, dei bimbi avevano disegnato una settimana a terra coi gessetti e sono tornata subito bambina, quante ne abbiamo saltate io e l’Allina! Pomeriggi interi a gettare il sasso, saltare, tornare indietro e raccogliere in bilico, su un piede solo, il sasso e poi via, di nuovo. E sabato sera ho saltato, il mio vestito di paillettes viola era brillantissimo, i capelli volavano e mi è venuto un fiatone… La gioia si misura anche in salti!

Ieri invece ho passato diverse ore al pronto soccorso per un morsicotto abbastanza importante di Pipi, il mio fulmicotonico e infeltrito dolce gattino di 18 anni. L’ho pestato al buio, ovviamente senza volere e lui per risposta mi ha piantato i canini nella caviglia, io che pensavo che fosse ormai senza forze e indifeso. All’ospedale ho osservato tanto. Un signore ha usato il telefono pubblico! Non vedevo più una scena del genere da anni e anni. Ha infilato la moneta, ha composto il numero e ha detto forte Ho finito, vienimi a prendere poi ha messo giù ed è andato via. Ricordo le lotte per impedire che venissero tolte le cabine telefoniche! Alcune le hanno lasciate e dentro ci sono piccole biblioteche o disegni colorati fatti con lo spray da chissà chi. Che bei ricordi, quei suoni di monetine che cadevano, i plof dei tasti, il rumore metallico di quando riagganci la cornetta. C’era anche un uomo di una certa età che giocava col cellulare ed era tutto un pliiin, gong, ciccc, wrushhhhh e Massi gli è andato a chiedere se per favore poteva abbassare. Ha tolto la suoneria ma poi ha deciso di telefonare al nipotino e gli ha chiesto, anche lui a voce altissima, se voleva più bene al nonno o alla nonna, al papà o alla mamma e altre cose che non sono riuscita a capire… Non credo che per questo ci sia una cura. Seduta al centro dello stanzone c’era anche una signora anziana con un codice bianco, era in attesa da ore, raccontava a quasi tutti quello che le era successo e ogni volta aggiungeva un particolare, un dolore, una solitudine, una scintilla. Dopo quattro ore si è andata a lamentare dall’infermiera alla reception, che L e ha detto che sapeva che avrebbe aspettato molto e poteva andare anche il giorno dopo dal medico di base, la signora le ha risposto piccata per la poca importanza che le era stata attribuita bè, allora mi date poi anche la cena stasera, a forza di aspettare e se n’è andata. E una coppia, lei stava molto male… Mentre lui era andato un attimo al bar l’infermiera ha chiamato dentro la moglie. Quando è tornato gli ho detto che lei era dentro, lui si è seduto accanto a me, l’ho guardato, gli ho sorriso e lui non credo di aver voglia di entrare, gli ho sorriso ancora, alla fine è entrato. Una ragazza dietro di me esclama nella mia direzione gli uomini, che poco coraggio che hanno! e io, senza voltarmi, forse è semplicemente stanco e triste di continuare a vedere la moglie soffrire, lei non stava per niente bene. Silenzio.

Storie.

Stamattina il mio amico corriere mi ha finalmente consegnato una collanina che ho fatto fare appositamente da un’artigiana, dentro al ciondolo trasparente c’è il pizzo che avevo nei capelli al tulleday. Se non è un amuleto potente questo! Mi ha portato anche un altro pacchettino, questo inaspettato, un regalino tardivo di matrimonio che mi ha inviato Ilaria, una amica conosciuta in facebook e ancora mai incontrata. Un quadrettino delizioso fatto a mano da una artista e con un filo di metallo dorato piegato a formare la parola noi.

L’amore è sutura,

non benda.

Non scudo

sutura. M. Cvetaeva

2 pensieri riguardo “Storie all’ospedale, ricordi e salti

  1. Ciao Cristina mi avevi chiesto una mia opinione su quanto scrivi, (che poi io andavo pure male in italiano ) e la scrivo qui ora con un po di calma… ho letto qua e la e devo dire che trasmetti una certa serenità una leggerezza che non è affatto superficialità ma anzi una sorta di essenzialità che fa bene all’anima ..dopo aver letto ti senti come più leggera e questo fa bene all’anima e al cuore.
    Arrivederci Luciana

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