Io vorrei che cresci rara come una giraffa in città ma con l’istinto domestico del cagnolino. Vorrei vorrei vorrei. Che ti piacerà ballare. Che nei momenti di disperazione non ti viene in mente di invidiare la felicità degli altri, le fortune, i successi degli altri, le certezze, i risultati, le luci nelle case degli altri: dappertutto c’è del bene, dappertutto c’è del male. Vorrei pensarti sempre più forte di quello che potrà capitarci…
scriveva Chiara Gamberale nel suo Le luci nelle case degli altri e questo augurio un po’ squinternato mi è sempre piaciuto moltissimo e lo uso oggi per te, Amore mio.
Sono già passati 15 9 novembre da quel giorno che alla mattina un po’ era nevicato e mio papà poteva ancora rispondere al telefono e poi sei nata tu e io non me ne sono neppure accorta, perché nessuno mi aveva detto che il cesareo è così veloce e io avrei preferito poterti aspettare ancora perché tutto fosse che non ne potevo proprio più, volevo assolutamente vederti e invece. Ma pazienza. I nostri tempi non sono mai i vostri, essere madre significa spesso questo.
Ti auguro Benny di scoprire presto quanto sei unica e insostituibile, magica e con tutti i poteri straordinari della terra e del cielo, del cuore e di tutto ciò che viene da molto lontano. Ti auguro di scoprire presto te stessa in tutta la tua bellezza.
Io sarò sempre qui, accanto a te.
Hᥲρρყ bιrthdᥲყ Bᥱᥒᥒყ