Inchiodati alle nostre vite

Cucù, eccomi! Perdonate la lunga assenza qui, ma stavo provando a prendere le misure di queste settimane così strane, poco luminose, faticose e per certi versi deliranti che stiamo vivendo, io che all’inizio di questa pandemia mondiale avevo scritto che sarebbe finito tutto presto, come tutte le cose senza cuore, la solita poetica io e infatti il covid è ancora fra noi e ci ha rubato molta della serenità che davamo per scontata prima che arrivasse lui.

È in corso un cambiamento profondissimo, tanto vale assecondarlo e non combatterlo, ma non è facile, lo sappiamo tutti molto bene.

Qualche giorno fa ho letto un pensiero di Chiara Gamberale che mi ha colpita tanto e ha dato una svolta alla mia riflessione.

Eccolo: “In questo secondo lockdown siamo angosciati perché quello che stiamo chiamando pandemia altro non è che la nostra stessa esistenza. Ci preoccupa il fatto che alla fine del tunnel c’è di nuovo la nostra vita: siamo sicuri di volerla ancora? Senza più i palliativi, le distrazioni, gli amici, i viaggi ci ritroviamo a tu per tu con le nostre scelte. Il secondo lockdown ci inchioda alle nostre vite”

e quando ho letto queste parole ho strabuzzato gli occhi, mi sono detta che è proprio così, siamo inchiodati alle nostre vite e non possiamo più condirle con fronzoli e cotillon come facevamo prima, non possiamo più distrarci, dobbiamo per forza guardarle in faccia, queste nostre vite e anche loro ci osservano, inesorabili e i vuoti, i buchi, i dolori si notano molto di più di prima.

Sento tanti amici in crisi, anche io mi chiedo molto spesso come sarà il domani e mi rendo conto che il mio oggi esattamente così com’è non mi corrisponde più completamente, che effettivamente avrebbe bisogno di riflessioni e cambiamenti e questa è la parte più faticosa, più sfidante e complicata,

o forse no. Perché è vero che i cambiamenti fanno paura e mettono un po’ di ansia, ma è altrettanto vero che solo mettendoci in discussione e migliorandoci possiamo continuare a crescere e avere una vita in cui riconoscerci pienamente.

E poi è anche una faccenda di sogni; la vita frenetica di prima forse ci aveva portato a metterli da parte, a pensare che potevano stare nel loro cassettino perché avevamo moltissimo altro da fare e ci andava bene così. Nel silenzio e nell’immobilità di questo periodo invece abbiamo più tempo per ritrovarli e pensare seriamente a come realizzarli, o almeno io lo sto facendo e fra mille non ce la farò mai e altrettanti perché non dovresti farcela mi sto rimboccando le maniche, perché la prima che deve credere in se stessa sono assolutamente io.

disegno da Pinterest

2 pensieri riguardo “Inchiodati alle nostre vite

  1. Ciao Cristiana, io sintetizzo così, come ho fatto molte altre volte: cara Cesarina, sei ad un punto sul quale non puoi più tornare indietro, non puoi più fermarti, puoi solo andare avanti. Quindi, vai!

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