Capita anche a voi di dovervi ricostruire quasi ogni mattina? Di svegliarvi con l’autostima e l’amore per voi stesse due piani più giù? Di avere la sensazione che tutto in quella giornata sarà troppo e voi non sarete certamente all’altezza?
A me sì, ultimamente un po’ troppo spesso, sicuramente a causa di un periodo difficile vissuto fra novembre e dicembre e anche per via di alcune ferite, la fragilità è forza e bellezza, sì, ma spesso pure autosabotaggio e fatica nel vivere.
Allora prendo Pasqualino a letto con me, lui mi si sdraia addosso fra mazoccate e slappate, io affondo il viso nella pelliccia e poi sono più o meno pronta per alzarmi. La sensazione di inadeguatezza però evapora molto più tardi e a volte rimane addirittura con me e in quei giorni so che la bellezza mi costerà tre volte tanto, ormai ci sono abituata e pian piano mi ricostruisco, mi ritrovo, ogni giorno.
Non è sempre così eh, per carità, ma in questo periodo sì.
Sono a casa malata (non è covid, state tranquilli) e mi pesa tutto, mi sembra di non concludere nulla,
tipo ieri, nel tardo pomeriggio mi sono messa a leggere Antonio Delfini, scrittore modenese che mi ha dovuto far conoscere la Ross, vergogna!, non riuscivo a smettere, passavo dalle poesie alle sue foto su google, dagli articoli su di lui ai pettegolezzi immaginando la Modena della prima metà del 900, che meraviglia, checchè ne dicesse Delfini, bè, è arrivata mezzanotte e non me n’ero neppure accorta e mentre mi mettevo a letto mi sono detta cos’ho concluso oggi? Nulla praticamente e mi è parso di sentire lo scopellotto che mi ha dato Delfini in persona.
Poi i sensi di colpa, pane quotidiano della me in crisi, sono inutili da ogni punto di vista, lo so benissimo, ma stanno alla me di questi giorni come la nebbia alla pianura padana in inverno e quindi mi sento in colpa perché non vado a lavorare e poi esco prima del consentito e mi torna la febbre e mi sento in colpa anche perché Massi si sveglia presto, porta fuori Pasqualino e da da mangiare ai gatti, vuota la lavastoviglie e va a lavorare, poi magari io nonostante l’influenza faccio due lavatrici, le stendo, preparo il ragù, passo il dyson, inforno la torta margherita per merenda e ascolto la mia bambina che da brava adolescente ha un rapporto abbastanza tumultuoso con la vita, pulisco la lettiera dei gatti dodici volte al giorno, leggo, scrivo e sto sicuramente dimenticando qualcosa, ma mi sento in colpa perché Massi a causa della mia influenza si alza prestissimo al mattino e le mie colleghe al nido hanno la supplente.
Ah, mi sento in colpa anche perché ho un progetto bellissimo e in alcuni momenti mi dico stupendo! e mi sento fortissima, in altri ma chi mi credo di essere, meglio lasciare perdere, circa quattro volte ogni giorno in cui sono in crisi. Non è facile arrivare a sera così, è un dispendio di energie enorme.
È molto meglio preparare tutto per il compleanno di Pasqualino che festeggeremo a pranzo e mettere mano al mio progetto bello, che oggi è anche Imbolc e seminiamo le intenzioni di tutto l’anno, una mano forte, risoluta, determinata, che non si fa spaventare dalla paura e fanculo alle giornate in cui pensi di dover ricostruire tutto,
sei sempre tu e sei bella così come sei.
Felice Imbolc! 🌸🌼🌹🌷🌾
