Quasi Natale

A me pare proprio che ci sia tutto il necessario: lucine, la ghirlanda di pino con le bacche e le pigne appesa al lampadario perché da quando Biscottino abita qui non abbiamo più potuto fare l’albero, la Pepi che si è ambientata ed è tanto affettuosa, la stella di Natale bianca in salvo su una pila di libri molto alta, il calendario dell’Avvento e il profumo di cannella e arancia, i primi regalini per gli amici…

Mi pare proprio che ci sia tutto il necessario per essere felice.

Il Natale sta arrivando piano, in mezzo ad un po’ di fatica e stanchezza, ai tanti impegni quotidiani che trasformano le giornate in centrifughe assurde e sarà un Natale essenziale, con chi avrà amore e voglia di esserci.

E voi? Come vi state preparando al Natale?

(Ghirlanda Settedifiori)

… e il mondo non cade

Non mi piacciono la falsità e l’ipocrisia, il sussurrare alle tue spalle e poi il non avere il coraggio di dire direttamente, di confrontarsi, di essere costruttivi. Non mi piace chi insulta ed è violento, a parole e nei modi e ti risponde che allora anche tu insulti perché hai idee diverse, ma io non ho mai offeso nessuno, porto semplicemente avanti ciò in cui credo e forse l’insulto è proprio questo agli occhi di certe persone.

Ho trascorso tantissimi anni della mia vita a proteggermi e a cercare qualcuno che lo facesse, che mi aiutasse, che capisse la mia situazione di orfana e randagia, il mio dolore, una parte del quale non passerà mai. Non molto tempo fa ho capito che solo io posso farlo, che se mi aspetto dagli altri amore e protezione il risultato è solo la rabbia per non trovarne mai abbastanza. Io per prima devo amarmi e proteggermi e per me l’amore passa attraverso le parole che ho imparato a dire e a scrivere, parole di amore, di bellezza, di amicizia, di fiducia, di fede, ma anche di difesa e di rimprovero perché in tanti anni ho lasciato troppo spesso che le cose andassero come andavano per evitare di dovermi difendere, di alzare la voce, per paura di ferire. Oggi sono libera nella misura in cui riesco anche a dire no, non sono d’accordo con te, questa cosa non mi piace, puoi farlo da solo/a, sono arrabbiata, ho bisogno di silenzio e tranquillità e il mondo non cade.

Cuore di randagia

La Pepi ha una chiazza di pelliccia nera a forma di cuore dietro la zampina destra, l’ho notato subito, appena è arrivata ormai più di un mese fa. Rimarrà da noi perché nessuno l’ha reclamata, anzi, ci siamo accorti che ha il terrore della scopa e ogni volta che allunghiamo la mano per accarezzarla si ritrae perché probabilmente è stata picchiata e maltrattata. A casa nostra sta da dio, ogni volta che ci vede fa le fusa per la semplice presenza, sembra che abiti qui da sempre.

La Pepi è randagia, come me e noi randagie abbiamo cuore ovunque, è questo il problema, ma anche la grossa benedizione. Sentiamo tutto, anzi di più, nel bene e nel male. A volte è un po’ difficile stare al mondo per noi, ma è anche un viaggio stupendo.

Anche io ho un cuore tatuato sul polso, fatto ormai molti anni fa ed è uno dei miei tatuaggi preferiti. L’ho fatto quando ho iniziato a separarmi dalla mia famiglia di origine, che ogni volta quel cuore lo faceva a pezzi e ad un certo punto ho deciso di non permetterlo più. Forse anche la Pepi è scappata da dov’era prima.

Ho tagliato i capelli corti e mi piacciono tanto, ho un bisogno assoluto di essenzialità. A yoga ho sbloccato il respiro. Sto continuando a scrivere, scrivere, scrivere, scrivo cose a volte deliranti che quando usciranno la gente dirà ma è autobiografico?!?! perché in effetti sembrano un po’ incredibili e io, in base a chi mi ritroverò davanti, risponderò sì, è assolutamente autobiografico, oppure ma nooo, figurati se possono essere cose autobiografiche! Andrà così. Nel frattempo mi è stato rinnovato il contratto per un altro mese, recito il mio mantra e nel week end vedrò persone belle.

Happy week end!

♥️zampa di Pepi♥️

La mia doppia vita

Ebbene sì, devo confessarlo, ho una doppia vita, da 20 anni esatti.

Dal 9/9/1999, da quando mia madre si è ammalata di tumore. Poi si è ammalato anche mio padre, sempre di tumore. E Massi, non di tumore, per fortuna, ma di chron, che comunque rompe assai i coglioni e genera tutta una serie di ricadute a moltissimi livelli, le malattie croniche sfiniscono prima di tutto i malati, poi anche chi è vicino a loro, ti si appiccicano addosso come qualcosa che non riuscirai mai a staccare e condizionano pesantemente la vita normale, i progetti, a volte anche i sogni perché il cuore in certi giorni diventa un po’ grigio come il tempo che c’è fuori a novembre. E poi questi cuori diventano anche neri furiosi, quando scoprono che le malattie non sono state seguite bene, che si è perso tempo, che per strada chi ti ha seguito ha perso anche professionalità, competenza e amore.

Ecco il mio coming out: ho una doppia vita negli ospedali, un’altra me molto più randagia della vera me che si aggira per corridoi e sale di attesa, che vorrebbe adattarsi agli orari dei reparti ma non ce la fa perché li memorizza sbagliati, che maledice i parcheggi ospedalieri perché non trova mai posto peggio che nei viali di Modena centro, che vorrebbe andare a parlare coi medici ma poi preferisce di no, tanto… Un’altra me che cerca di dare aiuto, spesso anche a chi non conosce, in quei letti, su quelle seggiole, che non sopporta la solitudine dei malati in ospedale e allora infrange barriere, attacca pezze, da aiuto ma aiuto non chiede mai e tutti danno per scontato che sia sempre lei la forte, lei l’infrangibile, lei l’eterna presente. Fanculo! direbbe l’altra me. E lo dico un po’ anche io.

Fanculo!

Hᥲρρყ bιrthdᥲყ Bᥱᥒᥒყ

Io vorrei che cresci rara come una giraffa in città ma con l’istinto domestico del cagnolino. Vorrei vorrei vorrei. Che ti piacerà ballare. Che nei momenti di disperazione non ti viene in mente di invidiare la felicità degli altri, le fortune, i successi degli altri, le certezze, i risultati, le luci nelle case degli altri: dappertutto c’è del bene, dappertutto c’è del male. Vorrei pensarti sempre più forte di quello che potrà capitarci…

scriveva Chiara Gamberale nel suo Le luci nelle case degli altri e questo augurio un po’ squinternato mi è sempre piaciuto moltissimo e lo uso oggi per te, Amore mio.

Sono già passati 15 9 novembre da quel giorno che alla mattina un po’ era nevicato e mio papà poteva ancora rispondere al telefono e poi sei nata tu e io non me ne sono neppure accorta, perché nessuno mi aveva detto che il cesareo è così veloce e io avrei preferito poterti aspettare ancora perché tutto fosse che non ne potevo proprio più, volevo assolutamente vederti e invece. Ma pazienza. I nostri tempi non sono mai i vostri, essere madre significa spesso questo.

Ti auguro Benny di scoprire presto quanto sei unica e insostituibile, magica e con tutti i poteri straordinari della terra e del cielo, del cuore e di tutto ciò che viene da molto lontano. Ti auguro di scoprire presto te stessa in tutta la tua bellezza.

Io sarò sempre qui, accanto a te.

Hρρ bιrthd Bᥱᥒᥒ

I bambini poco amati…

Il rubinetto del lavandino non perde più, la cappa è a posto e non posso nemmeno più perculare la mia vicina anziana che credeva che le fosse saltato l’impianto elettrico e invece era semplicemente la leva di un contatore di cui lei non conosceva l’esistenza, visto che la mia cappa non ha funzionato per due anni a causa di un interruttore che non avevo mai notato e che devo aver spento inavvertitamente pulendo. Ora però ho le luci a bassissimo consumo, quindi l’elettricista non è venuto proprio per niente niente. Stamattina, ferma al semaforo, ho visto tanti pompieri che attraversavano a piedi, stavano andando al loro monumento a commemorare i tre colleghi morti in un’esplosione qualche giorno fa, mi sono molto commossa a vederli così, tutti insieme, all’improvviso. Da due giorni non riesco a scrivere, è un momento particolare, ho bisogno di conservare le energie, ma anche di sottrarle ai sensi di colpa che continuo a trascinarmi dietro occasionalmente, i bambini poco amati fanno così, hanno sempre fantasmi in agguato e in alcuni momenti si fa tanta fatica a tenerli a bada. Domani è il compleanno di Benny e anche l’anniversario della morte della Nonnina.

Felice week end.

Disegno di Hülya Özdemir

L’amore e il sapersi salvare da sola

Negli ultimi mesi mi sono convinta di una cosa, ossia che l’amore è estremamente sopravvalutato.

Siamo abituate a intendere l’amore come qualcosa che ci salva, che ci completa, che ci risolve ma se intendiamo così la faccenda non facciamo altro che renderci impossibile la vita perché non esiste nessuno che può salvarci, eccetto noi stesse. Periodo un po’ lungo, punteggiatura molto essenziale, ma mi va di dirlo esattamente così.

Per tanto tempo per me amore ha fatto rima con aspettativa, con la speranza di non doverla prendere in mano proprio io tutta da sola la mia vita e invece l’amore viene esattamente dal prenderla in mano alla brutto grugno e senza paura quella vita che si agita fra felicità allo stato puro e merda. L’amore prima di tutto per se stesse, che senza quello non c’è altro. Sembra, ma no, non c’è proprio altro.

E allora dopo anni che Massi diceva ci penso io! ho chiamato l’elettricista ad aggiustare il contatto della cappa, l’idraulico per il rubinetto che perde e mi sono andata a comprare una stampante perché spesso quando gli chiedevo di stamparmi una cosa al lavoro lui se ne dimenticava e io diventavo una furia. Insomma, non voglio più aspettarmi nulla dagli altri, anche se questo altro è l’amore della mia vita, perché so salvarmi perfettamente da sola. Amen.

Di feste e ricordi…

Se c’è una cosa che adoro è organizzare sorprese e fare festa, mi piace fin da quando ero piccola, credo che questa cosa me l’abbia trasmessa mia madre, l’ha fatto per tanti anni prima di stancarsi perché riceveva poco e niente in cambio e lei invece ci teneva molto a questa cosa dell’essere corrisposta. Io invece organizzo sorprese anche ai gatti, mi piacciono le piccole grandi cose che rendono più bello il mondo in cui abito, per me è indispensabile prendermi molta cura di chi mi è caro e cerco di avere la stessa cura anche per me stessa, che poi non è che uno può solo dare dare dare. La torta di mele per la festa di compleanno di Massi è venuta benissimo, ne è rimasta solo una fettina. Lui era andato a trovare i suoi e poi credeva che saremmo andati a festeggiare a Fanano e invece a casa si è trovato gli amici più cari, le penne alle olive e capperi, il vino bianco che hanno portato Ste e Gabri, salatini, scintille e palloncini a forma di 5 e di 0 e i gatti eccitatissimi, a parte la Pepi che ha dormito per tutto il tempo sotto al letto, è una gatta riservata lei. Ci sono persone che non amano fare festa, ne ho avute tante attorno, credo che sia una faccenda abbastanza complicata quella del non amare le feste… di solito queste persone hanno poca attitudine per la felicità, a volte per momenti brutti che stanno passando e ci sta, altre volte perché proprio felici non vogliono o non riescono ad esserlo. Ricordo l’ultima festa di compleanno che ho organizzato a mio padre, lui per giorni mi ha ripetuto non mi organizzare niente, non voglio niente, lasciami stare, l’anno dopo il 31 luglio gli ho portato delle bellissime rose al cimitero e non avevo molta voglia nemmeno io di fare festa. Quel 2005 però sì e nonostante le sue raccomandazioni gli ho organizzato un piccolo party in giardino, c’era anche il clown. Lui non voleva festeggiare perché poteva essere l’ultima volta, io invece volevo proprio perché non fosse l’ultima. Spero di poter sempre scegliere la festa, nonostante tutto.

La tua prima torta di mele

Mentre cucini la tua prima torta di mele puoi esercitarti nei piccoli gesti, quelli che di solito non fai, come sbucciare le mele, setacciare farina e lievito, perdere il senso del tempo senza preoccupartene, annusare beatamente il profumo della cannella, riflettere sul fatto che è sempre bello fare con le proprie mani qualcosa per chi ami e ve’, domani è proprio il compleanno di Massi, parlare molto con tua figlia che ti racconta con semplicità un sacco di cose che diversamente non ti direbbe neppure sotto tortura e così pensi che bisognerebbe fare una torta alla settimana, per tutta una serie di motivi.

Felice serata!

Bilanci di una randagia

In questo anno il tempo sta passando così velocemente che da qualche settimana senza volere e senza metterlo in conto mi sta venendo già qualche bilancio, qualcuno di quei pensieri che fai di solito alla fine dell’anno, che poi non manca mica tanto.

In questo 2019 mi sono immersa come non mai nella bellezza, l’ho cercata e l’ho scelta ogni volta che ho potuto e questo non è scontato, sì perché spesso subiamo quello in cui continuiamo a rimanere immersi. Se vogliamo altro, lo dobbiamo cercare, lo dobbiamo costruire un pezzetto alla volta anche quando vorremmo buttare tutto all’aria e dobbiamo essere sempre pronti a cambiare prospettiva, rossetto, strada, scarpe, idea, profumo, ma anche sapere bene che cosa invece dobbiamo proteggere esattamente così com’è. Tipo la nostra fragilità, il nostro amore, il nostro essere proprio così come siamo.

Quest’anno mi sono sposata in mezzo al tulle e alle peonie, ho fatto cinque tatuaggi e un piercing, ho scritto il mio primo racconto e l’ho fatto con Rossana Campo, mia figlia ha scritto in un tema che da grande vorrebbe essere come me, ho allontanato persone che mi facevano tanto male e che a volte però mancano, sono riuscita a tenere con me una pilea, ho fatto viaggi da sola, sono stata molto in silenzio, ci ho messo 5 kg, ho visitato con Massi e senza molte mostre, visto diversi film che mi hanno arricchita e a volte un po’ cambiata, colorato i capelli di rosa, pianto e riso molto, mi sono imbibita della luce della Grecia e dei colori di tanti altri posti vicini e lontani, ho ascoltato molte storie a volte stupende, a volte tristissime ma stupende lo stesso e ho riflettuto sulle mie paure, prima fra tutte quella di non essere mai abbastanza, di non andare bene così come sono e a volte è più facile volermi bene, a volte molto meno, tipo gli ultimi giorni, ma fa lo stesso, una cosa che certamente ho imparato in questi ultimi anni spesso difficili è l’avere pazienza e lo scegliere il bello ogni volta che posso. La Ross mi dice che devo mandare al mondo energie positive perché il bello mi torni indietro e ha ragione. Voglio essere positiva e delicata come un piccolo fiore, che fiorisce senza chiedersi il perché, lo fa e basta.

… Il mio ultimo tatoo. Casa Bigotta …