I fragili e l’amore (se c’è davvero)

Per le persone fragili la scelta della felicità ogni volta che è possibile non è assolutamente un affare semplice, perché spesso chi è estremamente fragile non sa neppure di poter scegliere. Magari pensa che tanto le cose andranno sempre nello stesso modo più o meno doloroso di sempre e di non potere nulla rispetto a questo, ma noi ex fragili che abbiamo imparato a scegliere sappiamo benissimo che non c’è nulla di più sbagliato di questi pensieri! Appena realizzi questa semplice cosa tutto inizia a cambiare e ti rendi conto che la consapevolezza della fragilità è in realtà un grande punto di forza da cui partire per capire davvero che cosa ci fa bene ed essere autenticamente noi.

Sta per iniziare un mese speciale, specialissimo, pieno di tanto, in cui pronuncerò un che cambierà tutto lasciando in realtà le cose come sono da molti anni. In diverse persone ci hanno tenuto a far sapere a me e a Massi che tanto il matrimonio non aggiunge nulla all’amore se c’è davvero, che è solo una convenzione sociale, un modo di essere al centro dell’attenzione e avere una bella festa. Alcuni addirittura mi hanno chiesto perché ti sposi, dopo tutto quello che hai vissuto! Traduzione: ma dopo un divorzio le persone hanno ancora voglia di sposarsi?! Ebbene sì! Magari passa molto tempo in cui ti dici che no, per carità, non sei pronta e non lo sarai mai, ma poi senti che quel cerchio d’oro che abbraccia l’anulare sinistro ha il senso profondo dell’assumerti onestamente e con tutto l’amore che puoi la responsabilità dell’altro, un giorno alla volta e il per sempre è fatto di moltissimi giorni alla volta. In certi giorni l’incapacità di essere felici con te di certe persone pesa di più, in altri è molto più forte la tua gioia sommata a quella di chi ci sarà quel giorno e anche di chi non potrà esserci. È sempre una questione di scelta!

Questo sarà anche il mese in cui OGNI GIORNO ci sarà un impegno inderogabile, con la parru, l’estetista, la fioraia, la dichiarazione dei redditi, la revisione, i concorsi, i vigili per i permessi delle Citroên, il pensare oddioooo, ma anche sarà pazzesco, la Benny che non ha ancora il vestito e in più deve studiare perché finisce la scuola, santo cielo, ma finisce già la scuola???, e poi vedrai che gli orali dei concorsi saranno proprio nella settimana in cui saremo a Naxos, bè, troverò il modo, dai! e anche il servizio pre-wedding domenica, ma domenica hanno messo neve e di nuovo bè, troveremo il modo e… la torta, ma alla fine abbiamo scelto il gusto della torta?! Sì, per fortuna, almeno quella!

Oggi ho scelto la anellina per il mio helix e la adoro. È un po’ gitana, nomade. Bisogna sapere quando è ora di rimettersi in cammino, ma anche quando è necessario restare. In un luogo, in un cuore, in un’idea, in un ripartire, in un per sempre.

Meno 25 giorni, 14 ore, 53 minuti e 40 secondi

(📷 helix di una spettinata)

Buone Liberazioni! Ossia del 25 aprile ogni giorno

Che belli i vostri social oggi!

Mi ricordano tanto il 25 aprile da piccola a Baggiovara, quando quasi tutti esponevano le bandiere di carta con il tricolore e scritto sopra in stampato 25 APRILE. “Il sindaco” Della Rosa del PC passava a venderle di casa in casa. Noi la appendevamo al cancelletto di ingresso, la Nonnina all’inferriata della finestra della cucina, in alto, che tutti la vedessero bene e lo zio pure.

La Liberazione è anche una questione di famiglia.

Buona festa della Liberazione a tutt*! ✊🏼

Piccolo vademecum per educatrici e non solo

Studiando per i miei cari concorsi, tutti nello stesso periodo del giorno di tulle, sto anche riflettendo sul mio lavoro di educatrice che fondamentalmente è un lavoro di estrema cura, in tutti i sensi. Quando sento amici e conoscenti che si lamentano del dover sempre fare le stesse cose al lavoro, sorrido e penso alle mie, di routine! Cambia pannolini su pannolini, contrai gli addominali per non vomitare dinanzi alle fragranze di certi pannolini, asciuga moccoli, ri-asciuga moccoli, ripeti per circa 100 volte al giorno da ottobre a maggio, pulisciti dalla felpa la pappa , il rigurgito, il vomito, stringi forte forte i polpastrelli sulle tempie a vedere se i pianti a 100-120 decibel possono lasciarti scampo durante la sindrome premestruale, ok: stop, vi grazio! Ecco, questa interminabile routinarietà a volte mette a dura, durissima prova, ogni tanto pensi sono senza forze, ordino il disordine che nel giro di pochissimo tempo torna caos…

Poi però penso anche che c’è una dimensione molto più complessa e dolce, tenera e sublime dell’avere molta cura, che richiede in realtà una capacità di comprensione, di immaginazione, di dialogo e spesso di arte non comuni, perché prendersi cura significa mettere in atto tutto ciò che è possibile perché l’altro stia bene! Al nido ma anche per strada, a casa, a fare la spesa, passeggiando… una tata la riconosci subito!

È molto bello riflettere sul fatto che possiamo creare scenari di quotidianità che generano benessere, danno forma al vivere e attribuiscono senso ai gesti semplici di tutti i giorni. Anche se non facciamo lavori di cura.

Arrosti allo zenzero

Mentre ci facciamo venire in mente una bella meta per la gita di Pasquetta, la più quotata è Bologna, ripenso a questi giorni di festa…

Ho mangiato troppa cioccolata, bevuto vino buono, condiviso il tavolo in un locale strapieno a Fanano con una coppia molto carina che ci ha ospitati e chiacchierando abbiamo scoperto che lei e Massi erano compagni di classe alle medie, carramba!!! Ho cucinato il mio ormai famoso arrosto allo zenzero riflettendo sul fatto che ora mi piace proprio cucinare, ma fino a qualche anno fa no, per nulla; credo che col passare del tempo diventiamo davvero più saggi e comprendiamo quali sono i modi di prendersi cura meglio di noi stessi e di chi amiamo. Ecco perché ogni volta che possiamo ci sediamo al sole e stiamo lì tanto tempo. Ieri sera abbiamo festeggiato Biscottino che ha compiuto un anno e Caio sabato ci aveva dato una trota per lui, pescata direttamente con le mani dal fiume di Fanano. Tino rimane il micino preferito di Caio, anche se ce l’ha regalato e infatti ormai siamo un po’ parenti. Inutile dire quanto il regalo è stato apprezzato! Spazzolato via in meno di un minuto.

Felici resurrezioni!

Nascere non basta. È per rinascere che siamo nati. Ogni giorno. P. Neruda

(Coucou_illustration)

In certi luoghi l’amore viene meglio

Siamo a Fanano. Ieri sera abbiamo seguito in silenzio la processione della Triennale del venerdì santo. Le decorazioni di bosso in tutto il paese, i disegni della passione, lampadine rosse fioche ovunque, stelle e croci di carta appesi sulle vie, vetri decorati con la vita di Gesù e illuminati da dentro, la luna rosa perfettamente piena. Adoro vivere in silenzio e con passione i momenti principali della vita liturgica e credo che l’infinito che abbiamo dentro vada sempre ascoltato e protetto, qualunque voce abbia.

Ora il fiume scorre potente sotto la nostra finestra. In certi luoghi l’amore viene meglio.

Che rumore fa la vostra felicità?

Per me la felicità ha il rumore di ceste al sole con acciambellati dentro i gatti, di pomodori, fragole e papaveri che crescono velocemente, del ragù che si cuoce e dei riti pasquali, dei cin cin col vino bianco, ma va bene anche quello rosso, del bucato steso finalmente fuori, delle gonne gipsy e del tulletulletulle, del luccichio del pinguino di paillettes blu che mi ha regalato Benny per il compleanno, della stella di Massi e dell’alberello della Simo che custodisco attorno al collo con amore, del tappetino di yoga bagnato di sudore, di fiori e pizzo profumato per la prima notte di nozze donati dalle mie Amiche, delle attese, di un mazzolino di fiori di campo lasciato su una tomba amata e solenne, del sono felice di averti conosciuta e dello scegliere ogni giorno di amarsi e rispettarsi tanto. Del fare molto caso a tutte le piccole resurrezioni quotidiane.

E la vostra felicità che rumore fa?

Il tempo della consapevolezza e della gratitudine

Carissima me,

oggi ti auguro di ricordare sempre che fra il rosso e il bianco sta il rosa e pinkinside è pur sempre uno dei tuo hashtag preferiti. Ricordi, sei stata rossa per tanti anni perché dentro di te si agitava molta rabbia, ma anche bianca come naturale risposta, perché il mondo ti chiede fondamentalmente di essere sempre paziente e a volte cieca, muta e sorda, fino a quando qualcosa si è spezzato definitivamente e allora sei diventata rosa. Hai scoperto che essere troppo netta e dura alla lunga spezza anche te e che la vita va presa con tanta dolcezza e pazienza, senza porsi troppe domande e nella certezza che se senti il bisogno di cambiare non è perché sei sbagliata, ma perché è normale così e si cresce sempre, per fortuna. Ci sono faccende che ti hanno ferita tanto, tantissimo, ma oggi finalmente sai che quando una cosa ti fa troppo male puoi andare via, perché gli altri non hanno il diritto di trattarti come non sei e sovente nemmeno si chiedono come sei davvero. Hai imparato che lo scegliere è una delle forme più potenti di autoprotezione e fino a poco tempo fa non lo sapevi fare. Oggi sai scegliere vestiti, fiori, emozioni, felicità… Soprattutto la felicità, che fondamentalmente è sempre una scelta. L’amore, gli amici, i gatti quelli no, non li scegli, ti raggiungono loro quando è ora. Altri si allontanano, sempre quando giunge il tempo. È un incredibile equilibrio fra cura e distacco.

E allora festeggia, oggi alla grande ma anche un po’ tutti i giorni, perché il tempo della consapevolezza e della gratitudine è fra i regali più belli e va celebrato.

Happy birthday, carissima me!

Notre-Dame è il mio mondo, il mio letto, il mio nido, il mio tetto…

Notre-Dame è andata a fuoco.

È un dolore tremendo.

In questo momento stanno dicendo che la struttura in pietra è salva e diverse opere d’arte sono state preservate.

Un vigile del fuoco è gravemente ferito.

I jihadisti esultano.

Gli stolti dicono così la Francia impara ad essere antipatica.

I cattolici dicono è il peccato, l’anticristo che c’è a Roma.

Era il simbolo dell’Europa. È il simbolo dell’Europa.

La bellezza è molto fragile e la diamo spesso per scontata. Pensiamo che rimarrà lì in eterno, che ci sarà sempre tempo e invece in poche ore le cose cambiano, scompaiono, subiscono la distruzione e la morte ed è simbolo della vita, di come accade anche se noi ci raccontiamo altre storie.

Non sempre possiamo proteggere e salvare le pietre. Da ora e sempre di più possiamo però costruire e avere molta cura delle nostre cattedrali interiori, edificare e custodirle da uomini e donne liberi e onesti.

Notre-Dame è la mia

è il mio mondo, il mio letto

il mio nido, il mio tetto

è tutto qui il mio affetto

e il grido e la canzone

la follia, la ragione

mia passione e prigione

ci sei tu illusione…”

 

(La mia casa è la tua, R. Cocciante)

Un incendio ha devastato la cattedrale di Notre-Dame a Parigi. 15 aprile 2019

Come un banano

Alle volte mi sento un po’ come un banano fra i quattro muri di un chiostro, in città.

Oggi lo guardavo dalla finestra della saletta in cui ho fatto due bellissime pratiche yoga, accartocciato lui e accartocciata io; tendo sempre ad incurvare la schiena quando ho delle preoccupazioni, vere o finte che siano. Sì perché esistono anche le preoccupazioni finte, quelle che continuiamo a pensare di avere ma in realtà sono soltanto pensieri ricorsivi a cui ormai siamo abituati e continuiamo a ripeterceli come delle litanie, a renderli quasi reali a forza di dirceli.

E allora c’è bisogno di qualcuno che ci scrolli un po’, in modo da far cadere i pensieri vecchi e ricordarci che spesso siamo troppo duri, mentre occorrono soprattutto gentilezza, compassione e leggerezza prima di tutto verso di noi.

Felice week end!

🌴 Chiostro del Banano, complesso San Paolo, Modena 🌴

Tu non sei i tuoi anni

Tu non sei i tuoi anni,

né la taglia che indossi,

non sei il tuo peso

o il colore dei tuoi capelli.

Non sei il tuo nome,

o le fossette sulle tue guance,

sei tutti i libri che hai letto,

e tutte le parole che dici

sei la tua voce assonnata al mattino

e i sorrisi che provi a nascondere,

sei la dolcezza della tua risata

e ogni lacrima versata,

sei le canzoni urlate così forte,

quando sapevi di esser tutta sola,

sei anche i posti in cui sei stata

e il solo che davvero chiami casa,

sei tutto ciò in cui credi,

e le persone a cui vuoi bene,

sei le fotografie nella tua camera

e il futuro che dipingi.

Sei fatta di così tanta bellezza

ma forse tutto ciò ti sfugge

da quando hai deciso di esser

tutto quello che non sei.

Herin Hanson

A immagine e somiglianza dell’io

Questa settimana ho fatto un mucchio di cose e riesco a scrivere soltanto ora, con all’attivo il primo piercing, un viaggio di nozze prenotato, la dj per la festa conosciuta, piaciutissima e arruolata, una gita all’atelier della luce di Reggio Children, un sabato di cervicale e sonnecchiamento sul divano e una presentazione bellissima del nuovo libro di Missiroli poco fa.

Ha a che fare con la poesia, tutto ciò. Con la poesia quotidiana. Con lo spendersi fino all’ultima energia per poi godersi il riposo e anche il corpo che ti dice rallenta! Con il tenere vivi i propri sogni, cullandoli finché non arriverà il momento di poterli realizzare, senza fretta, perché le cose importanti e vere crescono piano, come gli alberi.

Credo che tutto ciò sia un importante movimento di esteriorizzazione, un portare fuori ciò che per anni ho interiorizzato e sappiamo che se sta troppo dentro marcisce, avvizzisce, muore, mentre sapersi portare fuori è vita, arte, poesia appunto. A immagine e somiglianza dell’io.