La mia famiglia è naturale perché a me è venuto naturale così

Faccio outing. Fino ad ora, a parte chi mi conosce bene, la mia storia recente si è potuta intuire solo a spizzichi e bocconi, come sto per farlo ora non l’ho mai raccontata su Comequando.

Sono divorziata e a maggio mi risposerò. Con Massi. La cerimonia sarà in Comune per scelta e non per forza perché, e questo è qualcosa che davvero pochissimi sanno, io e Marco abbiamo ottenuto la nullità dalla Rota lo scorso anno. Ci ha tenuto molto lui a questa cosa, io mi sono opposta per anni, ho discusso con lui e con l’avvocato, splendida persona che ci ha seguiti sia nel divorzio che nella nullità, ho detto loro che trovo l’annullamento un processo di rivergination inutile, perché comunque bisogna sapersi assumere la responsabilità delle proprie scelte mentre la nullità è affermare che l’altro non è mai esistito. Io però a Marco voglio molto bene, grazie a lui è arrivata Benny, la nullità per me ha significato solamente una possibilità di rilettura rasserenante della nostra storia e per questo io e Massi non ci sposeremo in chiesa. Non ci sposeremo in chiesa anche a causa dei tanti, troppi cattolici che mi hanno giudicata, mi hanno tolto il saluto, hanno mormorato dietro a mia figlia e che probabilmente in questi giorni sono a Verona al convegno delle famiglie, o ci vorrebbero essere.

Il divorzio non l’avevo mai considerato una possibilità, eppure ne ho avuto bisogno e dico grazie che ci sia. Non ho mai abortito e penso che mai lo farò, però anche questo è un diritto per cui ringrazio. L’amore gay non toglie nulla al nostro, etero, anzi, aggiunge tanto e pure per le unioni civili ringrazio, perché hanno reso il mio mondo migliore.

La mia famiglia è naturale, perché a me è venuto naturale così! Solo l’amore crea la famiglia, non i dogmi, non i governi, non le imposizioni.

Famiglia è dove famiglia si fa.

 

(Noi al Pride di Rimini 2018)

Le donne di Modena…

Modena non è solamente una cittadina, è soprattutto uno stato della mente e del cuore! Alcuni suoi luoghi fanno parte di me, come il sangue e le ossa… Il Leccio nel cortile del San Paolo, le campane della Ghirlandina a mezzogiorno, i portoni socchiusi, i portici che mi proteggono dal troppo che c’e fuori quando sono triste, il giallo, il rosa, il bianco sporco dei muri, la Pomposa, il Mercato Albinelli e Piazza XX settembre…

Senza Modena io non potrei essere io!

“La mia Modena? Bastardo posto ma pieno di vita!” Francesco Guccini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estremismi emozionali, follia e papaveri

Oggi, uscita dal lavoro, mi sono detta passo un attimo dal vivaio e prendo una piantina da portare al cimitero, sperando che non mi rubino anche questa… arrivo al vivaio e prendo il carrello… Per una piantina, il carrello! Sapevo già ciò che sarebbe accaduto. Sono uscita con 40 lt di terriccio, un vaso di coccio nuovo con relativo sottovaso, una peonia, una campanula per i miei, fiore poco appariscente e comune, forse non me lo rubano stavolta, papaveri, lavanda, prezzemolo, salvia, rucola e prima di tornare a casa con quel piccolo vivaio in auto, mi sono fermata al cimitero ad appoggiare la pianta. Ho salutato anche Giacomo, che è arrivato sabato; stanotte ha tirato tanto vento e avevo paura che i suoi bei fiori fossero volati chissà dove e invece era tutto a posto e una signora con la bicicletta parcheggiata accanto stava piangendo sulla sua tomba. Non mi sono avvicinata per senso di rispetto e di pudore, ma questa storia la porto dentro dal terribile giorno in cui la zia di Giacomo ha deciso di volare via insieme a lui; purtroppo però nessuno dei due aveva le ali ed è finito tutto sul marciapiede, fra tonfi continui di dolore. Conoscevo Giacomo, me lo ricordo, le tate ricordano tutti i loro bimbi, anche quelli solo sfiorati. Conoscevo anche sua zia, avevamo fatto il corso di storytelling insieme qualche mese fa. Mi faceva paura, ma ormai sono abituata ai miei estremismi emozionali e non ci avevo fatto caso più di tanto, era solo un breve incrocio casuale di strade. Ora penso che in realtà nulla avviene per caso e tutto ci insegna qualcosa. Nelle ultime settimane ho toccato spesso da vicino la follia, perché gli incroci di sentieri sono anche questo. Follia, a volte. Ho smesso di farmi domande in merito. Come direbbero i miei bimbi tata, è così e basta!

Nel frattempo mancano 60 giorni esatti al tulleday e il tempo passa velocissimo! E la Ludo del catering mi manda messaggi improvvisi con scritto piccole cheese cake con culis di fragole o sfogliatine alla crema pasticciera? Cestini di creme brûlé? Conetti di rosa nera?……… e cose così.

Che ci sia luna sul sentiero notturno di chi porta fiori.

(Prezzemolo, papaveri e salvia home made)

Rimanere sempre dalla parte del sole

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Questo è il primo fine settimana senza preoccupazioni grosse, con i preparativi ripartiti serenamente da dove eravamo rimasti, Biscottino acciambellato sul divano, una Yankee Candle wedding day accesa, donata da una amica luminosa, che emozione! e il sole fuori, dietro alla tenda, che cala piano. Nessuna corsa da fare, solo il dire cosa mangiamo stasera? Domani che facciamo? Potremmo andare qui, qui e qui, ma anche no, magari stiamo a casa, a letto tutto il giorno, forse usciamo a fare una passeggiata, forse al mare, o forse niente. Che poi niente non è mai niente, se a farlo siamo noi.

Stamattina dopo aver fatto due lavatrici, siamo troppo puliti in questa casa, sono andata dalla fioraia a prendere i miei fiori settimanali e a confermare il bouquet e il braccialetto floreale che indosserà Benny. Che onore, non pensavo che accettasse fiori addosso! E invece “Benny, la fioraia chiede se tu per caso per il tulle day vuoi la coroncina, il minibouquet, il braccialetto di fiori intonati al mio bouquet… Fa lo stesso, dai…” e lei “Sì, il braccialetto va bene!”! La mia figlia dark-nerd che accetta peonie e rose addosso per amore della sua mamma! Straordinario. Poi sarta, forno e pescheria. La quotidianità che scorre lenta, senza ansie, con il viso illuminato dal sole di primavera mi lascia estasiata, sul serio!

Felice fine settimana a tutt* voi! ❤️

Con le parole rimanere solari. So cosa potreste dire: l’essenziale è nell’ombra, nel mistero, nel procedere notturno. E poi, come si può essere solari quando l’umanità soffre ovunque, quando il dolore fisico e morale, la violenza e la guerra ricoprono ogni cosa? Ebbene, forse rimanere solari proprio per questo. Constatare, denunciare, sono compiti essenziali. Piuttosto dire che qualcos’altro è possibile, qui. Più passano i giorni e più aspetto con impazienza la luce, a maggior ragione se si fa breve. Rimanere dalla parte del sole. Philippe Delerm

 

Fusa in ogni angolo e distanze giuste

Avete visto che luna piena stupenda c’è stasera? Una superluna che coincide proprio con l’equinozio e ci racconta che la primavera fa nuove tutte le cose ed è possibile stare, rotondi e pieni, al di sopra di tutto, grandi ma defilati, appesi là, abbastanza vicini ma anche sufficientemente lontani, proprio come la luna. E stasera penso anche all’importanza di saper focalizzare la mente su propositi ben precisi e di non lasciare che siano le nostre emozioni, belle o brutte, a dominarci. Perché in balia delle emozioni non può nascere nulla di nuovo e di permanente. E allora spazio al bello che viene nonostante tutto e forse proprio grazie a ciò che è accaduto di brutto prima. Stamattina ho portato la Miranda dal veterinario perché ciclicamente sta male e, oltre all’antibiotico, mi ha dato gli aerosol! Capite, che cosa bisogna fare per amore?! Gli aerosol ad una gatta, chiudendola nel trasportino avvolto in un sacco della spazzatura e infilando dentro la mascherina che spara clenil e fisiologica. La ricompensa però è che in questa piccola casa ci sono fusa affettuose ad aspettarti in ogni angolo. Nel frattempo sono sempre più stanca e svanita e ho lasciato di nuovo le chiavi nel quadro della mia C1 e sono andata al lavoro. Nessuno me l’ha rubata. Non so se è un messaggio rispetto alla bontà dell’uomo o alla mia povera vecchia C1!

Ripartiamo da qui.

Ricetta infallibile contro cinismo e disincanto

Accadono cose che portano via il tulle e lasciano spazio solo a tanta ansia. Ansia perché ci si chiede sempre in che cosa si è sbagliato, io almeno lo faccio ogni volta. Mi metto in discussione anche quando non dovrei e non so più se questo è un pregio o un difetto, ma temo che la risposta giusta sia la seconda. A volte è semplicemente l’altro ad aver sbagliato, ad averti trattato molto male e magari ad essersi approfittato di fiducia e situazioni favorevoli. È l’altro ad aver messo in un sacco sporco il tulle e non è solo una metafora, purtroppo.

Per fortuna ho una ricetta infallibile contro il cinismo e il disincanto che regolarmente si impadroniscono di me: due Mon Chéri mentre lavoro, 10 peonie, molto gipsy e un pizzico di boho chic, respirare profondamente, sorridere e pensare che domani andiamo al centro benessere! Ed essere sufficientemente forti da cambiare ogni volta che se ne sente il bisogno.

Meno 70 giorni, 16 ore, 58 minuti e 35 secondi

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(📷 Tinotulle)

L’insostenibile luce di un’anima liberata

Posologia

Magnifica il tuo talento,

cammina in punta di piedi

come un viaggiatore invisibile,

abbraccia

la fragilità

scova

la gioia

annuncia

la grazia

dichiara

l’amore.

Tutto il resto

è tempo sottratto,

bavaglio stretto

parola infelice.

Debbo continuare?

Sentiti prezioso,

pieno di gemme

dalla testa ai piedi,

compresi gli organi interni.

E zittisci

gli sperperatori di bellezza,

gli assassini della tenerezza

i boia della lucentezza.

Di botto,

all’improvviso,

folgorali

con l’insostenibile luce

di un’anima liberata.

Simona Garbarino

Misura 9 io e 22 lui

Oggi pomeriggio abbiamo portato la fede della Nonnina dal gioielliere per rodiarla, farne una uguale per Massi, martellarle in modo che siano più luminose possibile e incidere dentro i nostri nomi e la data del giorno di tulle. Io ho la misura 9, Massi la 22. È stato molto emozionante. Torneremo in gioielleria i primi di maggio per provarle, per essere sicuri che siano perfette, al netto di caldo, emozione, dimagrimenti o inciccionimenti dell’ultimo minuto. Nel frattempo ho tolto gli anelli vari che tenevo all’anulare sinistro già diversi mesi fa nell’attesa di lei, di quel cerchio sottile brillante, con quel nome e quella data dentro e con una storia d’amore lunghissima, quella dei Nonnini, che continua e si trasforma, perché è vero che l’amore è per sempre anche quando assume altre forme.

Poi siamo stati dalla fioraia per il bouquet. “Quali fiori ti piacciono?”, mi ha chiesto, “Tutti a parte il garofano e l’orchidea”, le ho risposto, “Ah, ho capito! Ci vediamo sabato prossimo, che ne parliamo meglio…”, “Perfetto”.

Negli ultimi giorni ho anche riflettuto molto su Yama e Niyama, sui cinque no e i cinque sì. Lo yama sono le cinque regole morali ed etiche universali: 🧘🏻‍♀️la nonviolenza 🧘🏻‍♀️là sincerità 🧘🏻‍♀️l’onesta’ 🧘🏻‍♀️la continenza 🧘🏻‍♀️la non avidità. Il niyama invece sono i comportamenti positivi che possiamo avere, per noi stessi e nel rispetto degli altri ossia 🧘🏻‍♀️il purificarsi 🧘🏻‍♀️l’accontentarsi 🧘🏻‍♀️l’austerità 🧘🏻‍♀️lo studio e la conoscenza di se’ 🧘🏻‍♀️l’abbandono al divino.

Eccomi, io tendo a questo, a volte con più fatica, a volte con più semplicità e immediatezza, ma questi sono i miei passi quotidiani, i gesti che compio verso me stessa e verso gli altri. È necessario e utile ricordalo. Ricordarselo.

Carne, ossa e sogni

“Le donne più belle che conosco vanno nude

eppure mostrano più i denti che il corpo

non hanno confini, né scudi.

Vanno a galleggiare con il cielo tra le braccia,

sono semplici e radiose;

prendono e regalano gioia anche se le rompete a pezzi.

Sono forti, la loro magia è la libertà;

sono grandi, la loro bellezza è la bontà;

sono intelligenti, la loro arma è la verità;

sono sicure, non cercano accettazione,

loro sono il posto migliore dove restare.

Si accettano, si valutano

e dalle cadute imparano a volare.

Decorano il loro interno più del loro esterno,

vanno struccate, spettinate e aggrovigliate all’amore,

vanno libere, pazze e piene di colore.

Le donne più belle che conosco sono fatte di carne, ossa e sogni.”

(Cit.)

🌼Massi e i suoi fiori🌼

Mi piace il suono delle campane e gli elicotteri in volo!

Ieri siamo andati a Piacenza a conoscere Giui, la fotografa di tulle! Che bella cittadina, curata e civile, con persone sorridenti e profumate che andavano al museo e a teatro. E un dublin irish pub in cui mi sono fatta una mangiata storica, di quelle classiche post virus gastrointestinale: uova all’occhio di bue, bacon, pomodori, fagioli e salsiccia! Minimo. Ah, anche la cheesecake!

Giui ci ha chiesto se volevamo raccontarle qualcosa di noi e allora Massi ha cominciato a dirle che lui in foto viene male e lei non ci credo! e lui sì, è vero e lei hai un viso troppo interessante per venire male in foto, vedrai! A quel punto la Benny si è inserita nel discorso e le ha detto Io ti volevo parlare di Pippo, è il mio piccione domestico, l’ho conosciuto a Londra e poi l’ho ritrovato a Modena, sa dove vado a scuola. Sai, è un piccione viaggiatore e si è molto affezionato a me perché gli davo del gnocchino buono… Ho invitato anche Pippo al giorno di tulle e ha detto che ci sarà.

A quel punto io non potevo non dire a Giui che amo molto il suono delle campane a festa e guardare gli elicotteri in volo.

Non abbiamo macchine del tempo, ma abbiamo le fotografie. Giui

(Ecco qui la prima nostra foto scattata da Giui con la instax mini)