Anche le suore di clausura vanno al mercato…

 

Non vado mai al mercato, ma stamattina sì. A Fanano. Ore 11.15. “Buongiorno signora, avrei bisogno di un maglione o di un pile aperto sul davanti, grigio, marrone o nero, non blu. Una XL”, la signora cinese mi da una squadrata e risponde “Ma tu non hai una XL, per te va bene la S!” e inizia a ravanare in mezzo ai maglioni… “Non è per me, è per la mia amica suora di clausura del monastero qua di fianco e le serve una XL perché deve usarlo sulla tonaca… Anzi, le volevo chiedere se posso prendere questi due maglioni neri, andare a farglieli provare e poi tornare…”, “Mah, veramente… non saprei…”, “Torno subito, grazie” e via. Stessa cosa nel banco di fianco, un pile grigio, la signora sorride e dice “Sì, sì, vada pure…”. Bello andare al mercato, la domenica mattina, da parte di una suora di clausura! Corro dalla mia Amica in monastero che si prova i tre maglioni e ne sceglie due, torno al mercato, pago e mi godo il sole autunnale caldo, il profumo della porchetta, guardo i fiori, vorrei prendere dei ciclamini fucsia poi rimando, penso che tante persone alla domenica mattina a Fanano vanno al mercato con il loro cane. Poi, dopo i tortellini in brodo a pranzo, io e Massi siamo finalmente riusciti a salire sulla Torre di Palazzo Lardi con Francesco dell’ufficio turistico, che bella! E la campana ha battuto cinque don proprio mentre eravamo lì, per due volte consecutive. Mi piace tanto guardare le cose dall’alto delle torri! Quella che inizia domani sarà una settimana di attesa… c’e da fissare la data di un intervento, quella di un rogito e anche prepararci ad allargare la famiglia perché sabato prossimo tutti insieme andremo a prendere Biscottino! Buona settimana a tutt*! ❤️

Io e Biscottino

Lo diceva anche Audrey Hepburn…

La settimana scorsa la mia analista, che è proprio bella, mi ha detto perentoria: “Signora, non deve farsi intrappolare dalla tristezza e dalla paura anche se ne avrebbe tutte le ragioni, ma deve trovare soluzioni, perché lo sa fare!”, visto che nei prossimi giorni dovrò affrontare un momento che un po’ sarà liberatorio ma anche e soprattutto doloroso e io vorrei che fosse già passato senza doverlo vivere, capite? Ci ho pensato diverso tempo nella convinzione che non ci fosse soluzione, riflettevo e mi dicevo che l’unica è farmi accompagnare da qualcuno che fungesse da tranquillante rassicuratorio e poi, così, all’improvviso, ho trovato la cosa giusta da fare: il giorno prima di quel giorno andrò a tingermi i capelli di rosa pallido e il coraggio mi verrà da lì, dal rosa! E andrò da sola. Mi siete testimoni. Benny ha esclamato non lo farai mai! e io vedrai! e lei allora io me li posso fare blu o verdi? e io vedremo. Intanto la soluzione l’ho trovata e alla fine sarà un momento complicato ma dopo un altro peso sarà rimasto sulla strada percorsa e questo mi piace. D’altra parte pure Audrey Hepburn decantava le proprietà taumaturgiche del rosa. Vorrei anche aggiungere che ogni volta che vado dalla mia analista incrocio sempre della bellissime giovani donne e questa cosa mi colpisce non poco perché significa che sapersi guardare dentro e chiedere aiuto quando la fragilità sta per spezzarci è proprio un elisir di bellezza. Oggi finalmente sono riuscita ad andare a trovare Claudio al cimitero e gli ho portato una magnifica kalanchoe gialla che gli è piaciuta tanto. Ho fatto conoscenza con la figlia della sua vicina di tomba, una signora molto carina di nome Claudia che ha voluto sapere cose del mio Claude e io alcune gliele ho raccontate e ad un certo punto ha esclamato Oh, sono proprio felice mamma, perché sei accanto ad una bravissima persona! e infatti Claudio è proprio così. La storia di Claudio, per chi non la conosce, è sotto, scorrete, scorrete e la trovate. Per il resto, ho scovato una spuma idratante all’olio di castagna che è la fine del mondo, ho deciso che il mio amuleto per quest’inverno sarà una stella con un piccolo cornino rosso, mi piace mettere le gonne con l’aria frizzante e fresca e il sole e qualche giorno fa ho mangiato la prima fetta di torta mele e cannella che era buonissima. Ciao.

Bellezza chiama bellezza!

Sono emozionatissima, sapete? Perché è vero che la bellezza richiama altra bellezza. Il post di Comequando che ho scritto sull’incontro con Matilde, detta Tilde, e Giuseppe lo state stracondividendo, sono solo le 10.23 di mattina e l’avete letto in 908 (solo oggi, ieri in altri 800 e più) e io davvero non me lo aspettavo. E Giorgia, l’assessora del Comune di Castelvetro che l’ha scovato e condiviso sulla pagina del Comune, mi ha anche definita blogger! Non so ancora se mi piace, essere definita blogger, però in questo momento mi rende felice e allora va bene così. Magari mi abituo. Mi ha scritto anche Silvia, la vicina di casa di Tilde e Giuseppe, che meraviglia! E poi una ragazza di nome Debora ha commentato in questo modo: Sono piccole delicate carezze… ne abbiamo tanto bisogno e ha colto perfettamente l’essenza di Comequando! Storie piccole ma stra-ordinarie che vogliono essere carezze e speranza in un momento in cui spessissimo si legge di malcontento e veleno, di violenza sulle mani, nel cuore e nelle parole. Nel blog, se scorrete, ci sono diverse altre storie piccole e straordinarie…

Grazie 🙏🏻

Matilde e Giuseppe

Loro sono Matilde e Giuseppe, hanno quasi 90 anni e camminavano piano piano, a braccetto, alla festa dell’uva e del Lambrusco in quel meraviglioso paesino che è Castelvetro di Modena, oggi pomeriggio. La Ceci li ha notati subito e ovviamente me ne sono innamorata immediatamente anche io, per il loro passo, per i loro abiti, per il fatto di essere ancora a braccetto, lui pettinato perfettamente e lei col rossetto rosa. Ondeggiavano sincroni, a destra e a sinistra, a destra e a sinistra… Non ho avuto il coraggio di fermarli subito, mi sembrava fuori luogo, così li ho fotografati da dietro, furtivamente. Ma quando li ho rivisti più tardi non ho potuto fare a meno di dirgli che erano bellissimi e di chiedere se potevo fotografarli. Matilde mi ha risposto subito che in realtà la bella sono io, perché sua madre le diceva sempre che quando una donna è mora e ha gli occhi azzurri non ha bisogno di nient’altro e me l’ha detto così, come che niente fosse, come che mi conoscesse benissimo e avessimo interrotto quel discorso da poco. Poi si sono fatti fotografare. Mi ha detto anche tante altre cose di lei, di loro, che abitano in montagna e sono sposati solo dal 1963, che lui ogni sera le cucina la minestrina in brodo e lei perde gli orecchini con la clip dovunque e lui rideva. Si sono infine raccomandati di salutarli di nuovo, quando li rincontreremo e sicuramente avverrà, perché loro vanno a tutte le feste. E anche noi. Bellezza chiama bellezza e mai come ora ho necessità che sia così.

Come mia madre

Ho già i capelli quasi lunghi e non me n’ero neppure accorta. Mi sono sempre guardata poco, gli specchi non mi piacciono e in certi periodi neppure io mi piaccio, tipo ora. Capita. In questi giorni tocco le cose piano senza mai afferrarle, rifiuto inviti preziosi che però sono solo rimandati, continuo a fare cose belle anche se poi la bellezza non arriva fino in fondo, ma pace, anche questo capita e mi godo l’amore e la pazienza di chi mi è vicino. Che poi non è completamente vero, che la bellezza non arriva fino in fondo… Stamattina mi ha attraversata da parte a parte, risuonando come mai, forse. Benny ha iniziato le superiori, diciamolo all’antica, anche se ora si direbbe che ha iniziato la scuola primaria di secondo grado, ma a me piace pensare che ha iniziato le superiori e basta. Bè, la prof di italiano ha fatto fare un gioco alla classe, una specie di intervista a ciascuna per rompere il ghiaccio e iniziare a farle conoscere. C’erano domande tipo qual è il tuo libro preferito, il tuo film preferito, che cosa ti piace di te, che cosa cambieresti e soprattutto chi è il tuo eroe, la persona alla quale vorresti assomigliare e Benny, come che niente fosse, ha risposto che sono io, che vorrebbe diventare come me! È stata un’emozione fortissima, questa sì arrivata fin dove doveva. Al centro di me, dove lo sguardo delle persone speciali è sempre più benevolo e pulito del nostro.

Castello di Pompeano

Clausure e cose tue

Qual è la strada giusta per arrivare dentro a se stessi, consapevoli che quella strada non la si percorre mai una volta per tutte? Sappiamo bene che dovremo andare, ripartire, tornare, allontanarci… a volte sarà più semplice, altre per nulla, ma l’importante è essere in viaggio sempre verso l’autenticità. Verso l’equilibrio, la gioia e anche il dolore. Io in questi ultimi giorni mi sono allontanata da tutto e mi sono rifugiata da una cara amica in un monastero di clausura, in montagna. Avevo paura della solitudine, ma poi che incanto! Incanto è proprio la parola giusta! Essere intimi di se stessi non è scontato, però è fondamentale. Davanti alla mia finestra avevo un albero a forma di cuore che mi ha detto tante cose sugli equilibri, sulle stagioni che passano e tornano, sul silenzio e il respiro, sulla cura. Poi ci sono state le mani amate, quelle che afferrano e non ti lasciano andare, quelle che cucinano tante cose buone per te e ti accarezzano il viso. E infine ci sono anche le pellicce di micio che ti vengono vicino vicino e ti dicono che gli incontri non sono mai per caso, che sono anche cosa tua. Perciò prendi la pellicciotta grigia e molli tutto e cerchi il veterinario che ti racconta di pulci e anemia grave e cura la pellicciotta e poi insieme corri a prendere le medicine mentre la farmacia sta chiudendo perché ormai si è fatto proprio tardi, ma arrivi in tempo. Poi riporti MicioBiscottino a casa, accanto al suo fiume, nel suo bosco, ma ti sorprendi a sognare che un giorno quel Micio possa arrivare anche a casa tua, dopo tanti incontri così. E chissà.

Ugualmente scrivo…

Oggi ultimo giorno di Terme e mi è anche avanzato un gettone per un bicchiere di acqua Alfonsina, quindi mi toccherà tornarci presto per un aperitivo, magari con le mie Amiche. Queste sono giornate un po’ così, scombussolate e per aria, di quelle che vuoi che passino presto, poi pensi troppo facile e vai avanti e provi a sorridere nonostante poi si vedano più le rughe che il sorriso, ma che importa! La vita a volte picchia duro, ma noi siamo belle comunque, anzi, di più. Me lo hanno raccontato anche i librini che ho letto mentre facevo le mie inalazioni, Due sirene in un bicchiere, di Federica Brunini e Il piccolo negozio di fiori in riva al mare, di Ali McNamara, che fra parentesi, fra il serio e il faceto, un piccolo negozio di fiori in riva al mare lo vorrei pure io. Nel frattempo torno a lavorare coi bambini e il mio ormai amico Comune di Modena e porto Benny a fare ecg per libretti sportivi il giorno prima di quello in cui dovrei portarla. Per fortuna poi la dottoressa è magnanima e decide di farglielo lo stesso, quindi domani non ci dobbiamo tornare e ne approfittiamo per prendere la corriera e studiare il percorso verso la scuola nuova, quella superiore, e sono passaggi.

Passaggi.

Faccio fatica a trovare le parole, ma ne scriverò ugualmente.

Terme della Salvarola