Ancora proteggi

Il duemiladiciotto è stato l’anno del coraggio e della forza, ma anche della frangibilità estrema, totale, del pane e delle rose. È stato l’anno del bullismo a Benny, dell’intervento al seno, della scarlattina, del respiro presente, qui e ora, del saluto alla casa della Nonnina e alla bambina che lì sono stata, di Goliarda Sapienza, di Biscottino, dei capelli rosa e ora perla, del vedere poco futuro e del vederne invece poi molto grazie ai sogni e a ciò che per tanti anni si è custodito con cura e stupore, del corso di scrittura con Marco Missiroli e dopo con Ferdinando, il maestro di storytelling, del lasciare uscire parole e molti no, dell’amicizia e della prossimità, della crisi più profonda e del trovare soluzioni luccicose, dell’intervento a Massi e della sua malattia cronica, dell’assenza costante e dolorosa di egoisti felici di esserlo, del cambio del divano e dell’abitare il noi autenticamente.

Il duemiladiciannove sarà un anno importantissimo, di tulle e di fiori, di molti sì, di ceste con gatti acciambellati dentro e tempo che passa profondo e vero, mantenendo sempre il filo rosso della fedeltà a me stessa e ai miei sì.

Felice 2019, dal cuore

[…]

Ma ancora proteggi

la grazia del mio cuore adesso e per quando tornerà nel tempo

il tempo per partire

il tempo di restare…

il tempo di lasciare

il tempo di abbracciare. […] V. Capossela

 

Sono fatta di…

Sono fatta di

sogni infranti

dettagli inosservati

amori irrisolti

Son fatta di

pianti senza ragione

persone nel cuore

atti impulsivi

Sento la mancanza di

luoghi che non ho conosciuto

esperienze che non ho vissuto

momenti che ho già dimenticato

Sono

amore e affetto costante,

distratta quanto basta

non mi fermo un istante

Già

ho avuto notti insonni

ho perso persone molto care

ho fatto cose non promesse

Molte volte

ho desistito senza tentare

ho pensato a volte di fuggire, per non affrontare

ho sorriso per trattenere il pianto

Sono dispiaciuta

per le cose non cambiate

le amicizie non coltivate

chi ho giudicato

ciò che ho detto

Ho nostalgia

delle persone che ho conosciuto

dei ricordi che ho dimenticato

ed altri che temo di dimenticare,

degli amici che ho perso

Ma continuo a vivere

e imparare.

Martha Medeiros

(Ph. a Spazio Loom)

Mama mia, let me go

Oggi mia mamma avrebbe compiuto 70 anni. Il suo ricordo è una faccenda strana… Penso che non ci siamo mai conosciute veramente, lei sempre troppo presa dalle sue fragilità e da una madre cattiva e arida, io adolescente spietata. Ha trascorso tutta la sua malattia a pretendere una dedizione totale da me. È stata la prima che mi ha rubato la vita e la libertà facendomi credere che le brave figlie fanno così e io l’ho fatto, ho messo fra parentesi tutto di me, posticipato la laurea, ero sempre in ospedale con lei e, appena ritardavo un po’, ecco il suo sguardo accigliato, i suoi “da te non me lo aspettavo…”. Ho capito che il punto non sono i bravi figli, ma i bravi genitori solo dopo molto tempo che è nata Benedetta, quando ho iniziato a riflettere su ciò che per me era fondamentale trasmetterle. Ossia la libertà assoluta di diventare se stessa esattamente come vuole e vorrà e il mio esserci sempre e comunque. E assumermi sempre la responsabilità della mia vita, in modo da evitare di gettargliela addosso nei momenti di dolore, tristezza e disperazione.

La vita e la libertà ha poi continuato a rubarmela tutta la mia famiglia, per anni e io prigioniera di sensi di colpa e di una miriade di si fa così, si deve fare così e nulla era mai abbastanza, fino a pochissimo tempo fa.

Da alcune settimane però, preparando il nostro giorno, ho trovato nei miei ricordi dei semi belli lasciati da mia mamma… Da bambina mi faceva ascoltare i Queen e Bruce Springsteen e mi parlava di loro. Chissà poi perché ha smesso di farlo… In ogni caso la ringrazio di averlo fatto, almeno per un po’.

Pensieri seri, oggi… Ne scrivo un altro e poi basta. Avete notato che uno dei modi preferiti di certe persone di farti sapere che non gliene frega nulla di te è dirti “l’importante è che siate felici voi!” con particolare sottolineatura del pronome personale voi? Si beano in questo augurio apparentemente bello senza minimamente prendere parte alla felicità che andrebbe costruita anche grazie a loro. Pazienza! Non sanno cosa si perdono.

Nel frattempo grazie a pranzi, cene e colazioni di Natale ho messo su 3 kg e sono felicissima. E Massi mi ha regalato un’instax mini green che mi ricorda tantissimo la polaroid che mio padre mi regalò per la Comunione, scatterò foto incredibili.

E voi? Contenti dei regali di Natale?

Mamma

Correlativo oggettivo: senza calze. Merry Christmas!

Un Natale senza calze, senza obblighi, senza ipocrisie, senza doveri, senza sensi di colpa. Ci ho messo tanti anni, ma alla fine ce l’ho fatta e non avrei mai pensato che potesse essere così liberatorio e leggero. Un Natale pieno di ciò che amo e che voglio, null’altro. Serve una buona dose di coraggio, ma ne vale davvero la pena. Per moltissimo tempo ho creduto di non avere mai scelta, di dover usare il mio coraggio per affrontare con forza e determinazione tutto ciò che mi accadeva, spesso a causa di altri; da un po’ ho imparato che invece il coraggio è bene impiegarlo nello scegliere con cura la situazione che ci fa stare bene e che ci riempie di scintillìo. Sembra un discorso facilone, da blogger tutta foderata di rosa e invece dire con forza i nostri sì e i nostri no fa crescere, ci permette di essere abbastanza grandi da assumerci la responsabilità di noi e della nostra felicità. Ecco la scintillanza!

Domani menocinquemesi.

Felice Natale!

“Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno” C. Dickens

Di gianduiotti rovesciati e scintillanza

È quasi Natale, ormai manca veramente pochissimo e io ovviamente non sono più in me dalla gioia! E non fate gli Ebenezer Scrooge, che tutti in fondo amiamo il Natale.

Alla lezione natalizia di yoga è stato tempo di trataka, foto sciocche, sbilanciamenti e vino bianco. Al nido di gamberoni e vongole con la neve che cadeva fuori e anche lì vino bianco e sorrisi, tanti. È stupendo avere un bel posto nelle vite altrui e, soprattutto, sentirsi molto amati, ricordati, custoditi. E poi c’è la costruzione di un amore, anzi molti, la raccolta di immagini che dicono di me, di noi, di un sogno grande da portare nel nuovo anno e da realizzare, lo zio Ermanno che da Marsiglia dice ci sarò, le candele al profumo di serendipity e bourbon, molti bicchieri di lambrusco, risate, piume e il rossetto rosso, i collant scintillanti, i capelli che stanno tornando lunghi e non credo che li taglierò. Di certo ci sono i fiori, but first, flower. E i croissant. Domani arriva la Chiara dalla Mauri. L’altra sera ero in fila al forno San Biagio, una bottega storica in pieno centro a Modena, avevo bisogno di un sacchettino di biscotti al burro speciali da regalare e senza accorgermene ho preso contro ad una scatola enorme di gianduiotti e l’ho rovesciata! Pazzesco! Fino a poco tempo fa sarei morta di vergogna, mentre oggi chiedo scusa, rido e mentre rimedio cerco sempre di divertirmi perché gli errori e le sbadataggini ci ricordano che siamo frangibili e bellissimi ugualmente.

Mancano 4 giorni a Natale e la leggenda narra che diventiamo tutti più buoni. Non è vero. Se uno è falso ed egoista lo rimarrà anche a Natale, nonostante tutto. Scintillanza è il continuare a comportarsi come che niente sia, rimanendo fedeli a se stessi.

Buona attesa.

Cri e JamesBon alla lezione yogica natalizia

Terremoto, nuvola, gomitolo

È quasi Natale…

Ieri Massi ha portato Tino dal veterinario per la vaccinazione e il controllo. Il dottore però non è riuscito a visitarlo bene, perché si è messo a fare così tante fusa che con lo stetoscopio non ha sentito niente! I baffi invece stanno meglio, stanno ricrescendo. Sì perché Tino se li era incendiati una volta che era andato ad annusare un po’ troppo da vicino una candela al profumo di bosco di Norvegia.

Io invece ho finito il corso di storytelling ed è stata davvero una esperienza bella bella! Ho conosciuto persone e ascoltato parole, storie, racconti che ne è valsa proprio la pena. Ed è nato un personaggio che credo rimarrà con me per un bel po’ di tempo, una giovane donna di nome Amelia, che il mio maestro Ferdinando ha definito terremoto, nuvola, gomitolo di cose che accadono e questa descrizione la sento perfetta anche per me.

La giornata di ieri l’abbiamo poi conclusa a Il Posto, nostro posto del cuore ormai, fra lambrusco, cartoline vintage, domande sul Natale, ricordi di Modena com’era, e piazza XX Settembre profumava di stoffa quando ci appoggi il ferro da stiro sopra e anche un po’ di pipì e sono ricordi stupendi e poi progetti, progetti, progetti.

E voi, come state vivendo il vostro quasi Natale? 🎄

Sto vivendo forte…

Non scrivo da diversi giorni perché in questo ultimo periodo sto vivendo forte e sono entusiasta, un po’ stanca, con il tempo che passa molto più velocemente del solito, perché quando si è felici accade così. E poi, oltre alla vita che va forte fortissimo, mi è stato anche raccomandato di lasciare un po’ andare questo luogo e smetterla di far finta di non voler scrivere e di farlo seriamente, evitando di disperdere energie creative con questi post… Strong la questione! La condivido. Però io a Comequando voglio molto bene e ogni tanto le mie parole devono essere anche qui, lo trovo giusto. Stamattina in comune per una firma importante, poi posta per pagamenti vari, banca e nel frattempo John che mi ha venduto una pedanina natalizia deliziosa che da stasera farà bella mostra di sé in cucina. E voi? Come state trascorrendo l’attesa del Natale?

Per il silenzio e i suoi molti doni

io ringraziare desidero.

Mariangela Gualtieri

Stelline magiche in un Posto magico