Cuore di neon

Programmare tutto nei minimi particolari e vivere pienamente ogni minuto della mia intensa giornata mi tranquillizza e mi rende felice, anche se arrivo a sera, a volte a notte, stremata. Come vi dicevo, in certe giornate attraverso tutti gli stati della materia. In alcuni momenti però non riesco più a programmare, mi infrango contro il concetto che ci sono alcune cose su cui nulla posso e questo di solito riguarda cose importanti, in salute e in malattia, in malattia purtroppo, spesso. E allora rischio di fermarmi allo stato estremamente solido, di quel solido che purtroppo rischia la rottura, che poi non accade mai, ma a costo di grossa, grossissima fatica nell’esercitare la flessibilità estrema dinanzi al cambiamento. Mi piace di più, molto di più, lo stato fluido, quello che scorre nonostante tutto, che assume la forma del necessario, che non si spezza ma al limite si arresta per un attimo. Eppure ora sono allo stato solido, come mi capita spesso dinanzi ad una minaccia di grigio o forse di nero; anche se so che certamente tutto passerà e che ho una scorta necessaria di luce per trasformare quel nero, nel frattempo è difficile. Sono solida, come il per sempre ogni giorno anche se quasi ogni giorno da tanto tempo mi sembra che sia tanto pesante arrivare al giorno successivo. Eppure poi arriva, ed è bello, nonostante tutto. Stamattina il Sindaco è venuto a fare visita ai bambini del nido perché qualche tempo fa loro erano andati in Municipio a salutarlo ma lui non c’era e quindi è venuto a dire ciao. Le mie colleghe gli hanno offerto una torta del Mulino Bianco perché avevano solo quella e a me è sembrata una cosa bellissima, avere sempre una torta di scorta per gli ospiti speciali. Che poi tutti gli ospiti sono speciali, se ci pensiamo bene. Massi mi ha regalato un profumo al monoï della Polinesia che mi piace tantissimo e ho sempre più voglia di mare, anche se manca ancora un po’. Ho portato a casa un neon a forma di cuore che volevo da tanto, perché dobbiamo sempre sapere dove si trova il nostro cuore per illuminarlo bene. Felice week end rovente.

Nella foto, il mio cuore di neon, L’armadio di Valeria

Pimpinella, non so perché

Erano diversi anni che non mi svegliavo a mezzogiorno di domenica e ovviamente non può capitare in nessun altro giorno, visto che la mia sveglia è pressoché sempre puntata alle 6.20 e chi mi conosce sa che per la sottoscritta questo equivale ad un flagello. Oggi è accaduto, che mi sono svegliata quasi a mezzogiorno e poi sono rimasta a letto a ciondolare fino all’una. Abbiamo pranzato quasi alle 3, dopo aver avviato una lavatrice, raccolto le fragole, deciso cosa fare nel pomeriggio e recuperato per messaggio mia figlia che non sentivo da quasi tre giorni e facendole credere che ero stata rapita dall’anonima sequestri giusto perché si preoccupasse un po’ e infatti si è proprio preoccupata! (su facebook trovate gli screenshot deliranti dei messaggi). Questo week end è trascorso fra progetti importanti per Natale, qualche discussione fra testoni (io e Massi ovviamente), rose quasi sfiorite ma non ancora e c’era anche la Pimpinella, vino in compagnia, risate e una mostra seria, serissima, che fa riflettere sugli ultimi accadimenti in Italia di chiusure di porti e altro.

Mia mamma mi chiamava Pimpinella, non so perché. Forse perché per lei somigliavo a quella rosa delicata e color iris, molto spinosa. Domani Benny ha l’orale dell’esame delle medie e poi finalmente sarà finita un’esperienza bella ma anche faticosa e per certi versi dolorosa. Poi vita nuova. E infine diglielo che i cimiteri non sono fatti sempre di terra, ma anche di onde, per chi fugge da una guerra (Annalisa Vandelli fotoreporter e molto altro, nella sua mostra “Vi lascio la pace”, chiesa della sagra, Carpi)

Museo giardino della rosa antica, Montagnana (Serramazzoni)

108 Surya Namaskara

Oggi è la giornata dedicata allo yoga e da alcuni anni per me il solstizio d’estate sta diventando un po’ come Natale! Sì perché due anni fa in una meravigliosa, per me prima, lezione di yoga al Palazzo dei Musei di Modena ho conosciuto il mio maestro e ho iniziato a praticare una disciplina che mi ha restituita al mio corpo. E stasera in Piazza Piccola a Sassuolo ho praticato insieme a decine di altre meravigliose persone i 108 saluti al sole, Surya Namaskara. Il saluto al sole si ripete per 108 volte solamente in alcune occasioni, come i solstizi appunto, ma anche per celebrare una persona cara o un progetto che ci sta a cuore. E durante questa lunga e impegnativa pratica viene molto semplice lasciar andare ciò che non serve, esercitarsi al vuoto, concentrarsi sul presente con tutti i volti amati, i sogni, il sentirsi un’unica cosa con un mondo che respira forte e che in quei momenti pare molto meno brutto. Ora sono entusiasta. E sto da dio. E non mi rimane altro che far sì che la mia vita sia un grande grazie!

Con Antonella. Piazza Piccola, Sassuolo. Yoga & Movimento.

Cicatrici al sole, massaggi rilassanti e regole così così…

Oggi, secondo giorno di ferie, sono riuscita a finire L’arte della gioia di Goliarda Sapienza, il libro di cui tanto vi ho parlato in queste settimane. È stato un congedo necessario da uno di quei libri imprescindibili e meravigliosi, forse il più pazzesco che abbia mai letto, ma che ad un certo punto deve finire perché è giusto così. Si arriva all’ultima pagina con la consapevolezza che quelle storie e quei personaggi fanno ormai parte di te e li ritroverai spesso nei tuoi giorni, ma non c’è senso di vuoto o desolazione, quel e ora come faccio? che mi è capitato di sentire alla fine di altri libri. E adesso Maestoso è l’abbandono, di Sara Gamberini. Non vedo l’ora. L’arte della gioia rimarrà però sul comodino così com’è, un po’ sbabiato dalla crema solare e spiegazzato, con le orecchie perché l’ho portato con me per molto tempo e sempre accanto a me deve rimanere. Ho passato la giornata in un centro termale incantevole a pochi passi da casa, purtroppo da sola perché la mia amica Ceci è dovuta tornare a casa in quanto il regolamento del centro termale non ammette l’entrata di bambini fino a 13 anni di età e sua figlia, che era con noi, ne ha 10. Motivo: possono fare confusione e turbare la quiete che deve esserci in certi luoghi. È la prima volta che ci capita di inciampare in questa regola, che posso capire ma che non condivido perché la maleducazione non è una questione d’età e comunque oggi l’ho incontrata ugualmente fra interminabili chiamate al cellulare urlate dalle signore stese al sole, logorroici signori bisognosi di raccontare la loro vita e che dovevano concludere tutti i loro pensieri con un ammiccante perché io ormai voi donne vi conosco! A voi donne piace questo, questo e questo e dopo i 40 anni è fisiologico che rompiate tutte le palle… passando per il gruppetto di diversamente giovani che non riuscivano a dire più di tre parole senza pronunciare bestemmie inascoltabili. Si è capito che non ho digerito molto bene che la Ceci e la Vinia non siano potute rimanere?! Per il resto ho passato ore davvero belle e mi sono concessa anche un massaggio rilassante divino e pensate se non lo facevo! 😜😂 Ho fatto conoscere il sole alla mia cicatrice, si sono piaciuti.

Nella foto: cicatrice al sole con attorno righe, righe, righe. Terme della Salvarola.

Di chiostri, boschi e farfalle. Oltre.

Ormai conoscete la mia idiosincrasia per il lunedì, ve l’ho raccontato, no? Ma oggi è stato un lunedì speciale, trascorso insieme alla mia amica suora di clausura e a passeggiare nei sentieri da sola, volgendo bene il viso al sole. Quando racconto che ho una cara amica suora di clausura spesso vedo occhi strabuzzati per via della scelta anacronistica, a dire altrui… “Ma come, una progressista-femminista come te, che tanto ha a cuore la libertà delle donne! Come fai ad avere una amica autoreclusa che si sottomette al Papa e a una società chiaramente maschilista?!”… Eppure lei è intimamente e profondamente libera perché ha trovato la sua personale via per l’Amore assoluto e delirante e ciascuno di noi ci arriva per il proprio sentiero e i passi altrui non si possono mai e poi mai giudicare, anzi. Abbiamo tanto da imparare dagli amori altrui.

Mentre passeggiavo cercavo i fiori e le piante che crescono in mezzo alle pietre, all’asfalto, nelle crepe, dove apparentemente è impossibile fiorire e invece loro ce la fanno. Sui fiori più colorati si posava sempre la stessa farfalla nera con pois bianchi sulle ali e il corpo arancione… un fiore, l’altro, l’altro ancora. Sempre lei. Mi veniva da sorridere ma ancora non avevo capito. Fino a quando sono tornata in paese e in piazza lei era ancora dietro di me, mi volava accanto e si è mostrata bene vicina, prima di andare. In quel momento mi è tornato in mente un racconto che ho letto molto tempo fa su chi se n’è andato ma torna a visitare chi ama sotto forma di farfalla! Abbiamo il diritto e il dovere di curare uno sguardo che sappia andare oltre. Oltre le apparenze, i giudizi, le pietre, la bruttezza, la violenza, la morte, il poco amore, le ferite, i limiti, le domande senza risposta sensata, l’assenza… Oltre.

🌹Rose e pietre. Fanano🌹

Non potrà mai accadermi nulla di male…

È alla fine di week end come questi che sono certa che non potrà mai accadermi nulla di male, perché l’amore è uno scudo potente anche quando apparentemente il male accade. Sono certa però che il male non ha mai la parola definitiva e dico questo pensando ad una persona luminosa e cara a cui abbiamo detto arrivederci ieri.

Questo fine settimana ha avuto il profumo di rose rosa, di gelsomini, è stato a righe bianche e rosse ma anche un po’ di pizzo fucsia, al sapore di gelatina di camomilla e ricotta, tortellini in brodo e sangria, e di risate alla frase “Ecco, non mi serve più niente, possiamo andare! Uuhhh, guardate: le lucine colorate! Gli asciugamani, che bei colori!! E quel carrellino bianco-beige, secondo me in cucina sarebbe perfetto… I contenitori di plastica, dobbiamo prenderli, ne sono spariti diversi chissà dove, un po’ come i calzini nella lavatrice!”, indovinate dove eravamo! La cosa bella è vedere come la casa cambia nel tempo insieme a noi, gli oggetti si spostano secondo un nuovo ordine e a volte spariscono per lasciar posto al nuovo, arriva spazio dove prima era tutto pieno e pieno dove prima il vuoto era profondo. E poi in un’osteria in un incantevole paesino sulle colline bolognesi puoi parlare con la cameriera di figlie adolescenti dopo che lei ha notato la tua seduta sul gradino davanti all’ingresso che ascoltava musica guardando nel vuoto davanti a sè e l’ha notata perché la sua è uguale. Tortellini in brodo, sempre, grazie.

🌾noi3, Monteveglio, Bologna🌾

Dacci oggi il nostro big bang quotidiano

Sono così stanca che mi pare di muovermi in una dimensione ovattata e con suoni lontani. Un po’ come sulla luna, o forse dentro ad un acquario. Ho giornate intensissime e interminabili in cui attraverso tutti gli stati della materia. Stato solido, molto solido, come quando mi pare di pesare 190 kg e invece ne peso solamente 50, ad esempio a yoga quando mi muovo con estrema leggerezza che mi pare di avere tronchi di albero secolare al posto delle gambe o in vari momenti della giornata, quando i pensieri pesanti diventano la mia cifra. Stato liquido, come quando mi sciolgo davanti alla dolcezza, ma anche dinanzi alla delusione e mi capitano spesso entrambe le cose scioglievoli. Stato gassoso, come quando rido, rido, rido, o bevo e la testa mi diventa leggera ed è bellissimo, o leggo un libro meraviglioso ed evaporo un po’, o quando una cosa si risolve inaspettatamente e mi convinco che la vita tutto sommato può essere come quell’insieme di goccioline fini fini che insieme compongono l’arcobaleno. Stato di plasma, che un po’ somiglia a quello gassoso, ma che in realtà si riferisce precisamente allo stato della terra subito dopo il big bang e io di big bang ne ho numerosi quasi quotidianamente, per cui quello di plasma è il mio stato favorito, quello che mi rappresenta di più. Perché la stabilità mi appartiene poco, che non significa che non sono affidabile… Semplicemente vivo tutto e il contrario di tutto spesso, sono una moltitudine di emozioni e idee e situazioni e relazioni tutte insieme e questo credo che sia il mio pregio, ma anche il mio difetto più grande. Raro trovare chi può comprendere. Nel frattempo ho ritoccato lo smalto sulle unghie dei piedi perché il tappetino di yoga ha colpito di nuovo. Anche il mio rigoglioso pomodoro in balcone è stato colpito, ma non spezzato, dal monsone quotidiano. Io stessa sono stata colpita dal dito medio di due distinti vecchi al volante: quello davanti a me che ha inchiodato per far passare un pedone e mi ha mostrato il dito medio perché credeva che gli avessi suonato il clacson, quando invece l’ha suonato vecchio2 che stava per entrarmi nella portiera quando ho inchiodato a mia volta e lui credeva di volare allegramente dentro alla rotonda, come una butterfly. Colpita anche dal fatto che è necessaria tanta, tantissima energia per proteggere ciò che abbiamo costruito con cura, amore e fatica dalla manacce sporche di chi non ha mai voluto imparare ad essere felice e vuole sporcare il bene altrui. Di chi non sa che si appartiene a chi di notte ci toglie il libro dalle mani addormentate, gli occhiali dal naso per appoggiarli sul comodino e spegne la luce prima di mettersi a letto accanto a te.

Abitare un luogo che è tutto mio

Quando vedo mucchietti di pietre, semi, lavanda, biglie io non capisco più nulla e devo infilare la mano, toccare, stare lì un pochino… Immaginatevi quando stamattina al festival olistico sul banco del mio amico Marco ho visto questo cestino di acquamarine! Il toccare tutto mi rassicura, come i bambini, in particolare oggetti che mi trasmettono energie buone. Marco è stato il primo che mi ha fatto la campana tibetana. Mi ha letteralmente infilata in piedi dentro ad un campanone e mi ha suonata e, al di là del modo ironico in cui la sto raccontando, è stata un’esperienza che mi ha smosso un’energia incredibile e il desiderio di entrare in contatto il più possibile con suoni e vibrazioni positive. Quando suono ed energia mi attraversano riesco a vedermi dentro, a prendere le misure della vita che mi scorre attraverso e ho la sensazione magica e potente di abitare un luogo che è tutto mio, il mio corpo. Comunque mentre ero molto impegnata a toccare le acquamarine, mi sono persa una richiesta bizzarra di una cliente di Marco, che poi ha esclamato con il suo solito tono da guru toscano “Mentre tu ti concentri su un dettaglio, la vita ti scorre di fianco e ti perdi un sacco di roba!” e un po’, come al solito, è vero. Ci ho riso su ma anche pensato a fondo, a quante volte mi perdo dietro a ragionamenti e situazioni marginali tralasciando così tanta bellezza. Capita anche a voi? Felice fine di week end.

Lupo cattivo

Con i bimbi capita quotidianamente di parlare del lupo cattivo e di Babbo Natale, sì perché i piccolissimi hanno paura dell’uno e dell’altro. La seconda paura mi coglie ancora impreparata e di solito cambio discorso dicendo che Babbo Natale si trova ora alle Bahamas a riposarsi e quindi non costituisce alcun pericolo per noi. Mentre sul lupo cattivo sono ferratissima e spiego loro che il lupo sembra solo cattivo ed è importantissimo dargli tutte le occasioni possibili per essere invece buono e lui non ci tradirà. Va solo addomesticato, come tutte le nostre paure, che sembrano molto più nere di ciò che in realtà sono. “Storia di un lupo cattivo, che in realtà non era cattivo affatto…”, così come biscia velenosa, coniglio pauroso, gazza ladra e porcello puzzolente. Anche se siete grandi leggetelo, Lupo cattivo (Giraldo, Bertelle), perché dalle favole c’è sempre tanto da imparare. Saper leggere oltre le apparenze e gli stereotipi è un dono prezioso. Anche se sappiamo che a volte, ma raramente, le cose sono esattamente come sembrano e qualche lupo cattivo c’è, purtroppo. Ma ai bimbi non l’ho detto. È un segreto che rivelerà la vita.

Fiorire dentro

Sono già passati tre mesi dall’intervento, da quando il mio nodulo amato e odiato ha preso la sua strada. Era diventato grande, ormai! Chissà come sta… Quante cose si intrecciano quando si sa cogliere la benevolenza della vita, che passa così velocemente e in modo così pieno di bello e di brutto e ci stanno entrambi, perché la vita è così! Oggi una donna bella in chemio era felice perché stava partendo per l’alta montagna, “Sono felice perché là almeno potrò usare la parrucca senza avere un caldo mostruoso!”. Poi non avevo mai pensato a quanto amo gli alberi, non me ne ero mai resa conto, ma sono sempre cresciuta all’ombra di un albero; penso di averlo scoperto quando ho iniziato a respirare davvero. Un cedro del libano custodisce i miei ricordi di infanzia e stende la sua ombra sul riposo eterno dei miei genitori e dei nonnini. Un leccio maestoso mi ha trasmesso pace, tanta pace. E ora tigli, moltissimi tigli che mi aiutano a gettare il cuore sempre oltre. Avete mai osservato le mani di chi vi sta accanto? Io lo faccio sempre a yoga. Osservo gli anelli delle mie compagne e mi immagino i loro legami, i loro per sempre, quelli che dici prima di tutto a te stessa. I legami mi aiutano a fiorire dentro e le persone che amo sono la parte più bella di me. In tanti mi state chiedendo e raccontando di Goliarda Sapienza, che meraviglia! Felice sera.

Acacie e bellezza

Non avevo mai notato quanti alberi di acacia ci sono sulla strada per Pievepelago e queste pennellate di giallo intenso hanno debellato definitivamente la mia scarlattina! Sta terminando un fine settimana al quadrato, perché quando non puoi godere dell’aria aperta per un po’, poi tutto è doppiamente bello, o doppiamente brutto dipende. Amplificato, comunque. Questi giorni sono stati un mix di meraviglia e di pena. Meraviglia perché ieri finalmente ho potuto trascorrere molto tempo con Benny, abbiamo fatto shopping per l’estate e mangiato cose buone. Mi ha anche accompagnata a yoga al parco, anche se poi lei è andata ad ascoltare musica in riva al laghetto con le anatre e io prima che andasse le ho detto “Fai attenzione a non cadere nel laghetto!”, cuore di mamma! La lezione di yoga è stata potente e profumata, sapeva di tiglio e di gelsomino, di femminile e di biondo, di tenerezza e rispetto per il proprio corpo, di gesti rotondi e parole dette piano. Nonostante il caos attorno abbiamo cercato il nostro qui e ora, la quiete silenziosa dentro. E l’asana finale, anjanayasana, piedi saldi nella terra e testa fra le nuvole, mi ha permesso di chiudere le mani verso il cielo e richiamare la potenza dell’equilibrio fra terra e cielo, fra mente, cuore e corpo. Meraviglia di lezione, tenuta da una Donna speciale e unica. E oggi, sulla strada di casa, perché è dove siamo stati felici che è casa. Quel piccolo paese di montagna in cui tutti ti riconoscono e ti chiamano per nome anche se non ti vedono da anni e ti dicono “Vieni più spesso!” e non è solo un modo dire. E la robiolina direttamente dal pascolo, il vino buono, l’infiorata e di nuovo il profumo di tigli e gelsomino. Poi c’è stata anche pena, perché a me certe persone fanno davvero molta pena. Chi non ha saputo trovare se stesso e non sa giocare altro che carte di cattiveria ed egoismo e tu non puoi prescindere da loro. Ma in tanta bellezza, le scelte di incompiutezza e bruttezza altrui non sono altro che la conferma di ciò che ho e abbiamo scelto.

Nella foto l’abito verde post scarlattina che vi dicevo. Zara ovviamente. Come Kate 😄