È alla fine di week end come questi che sono certa che non potrà mai accadermi nulla di male, perché l’amore è uno scudo potente anche quando apparentemente il male accade. Sono certa però che il male non ha mai la parola definitiva e dico questo pensando ad una persona luminosa e cara a cui abbiamo detto arrivederci ieri.
Questo fine settimana ha avuto il profumo di rose rosa, di gelsomini, è stato a righe bianche e rosse ma anche un po’ di pizzo fucsia, al sapore di gelatina di camomilla e ricotta, tortellini in brodo e sangria, e di risate alla frase “Ecco, non mi serve più niente, possiamo andare! Uuhhh, guardate: le lucine colorate! Gli asciugamani, che bei colori!! E quel carrellino bianco-beige, secondo me in cucina sarebbe perfetto… I contenitori di plastica, dobbiamo prenderli, ne sono spariti diversi chissà dove, un po’ come i calzini nella lavatrice!”, indovinate dove eravamo! La cosa bella è vedere come la casa cambia nel tempo insieme a noi, gli oggetti si spostano secondo un nuovo ordine e a volte spariscono per lasciar posto al nuovo, arriva spazio dove prima era tutto pieno e pieno dove prima il vuoto era profondo. E poi in un’osteria in un incantevole paesino sulle colline bolognesi puoi parlare con la cameriera di figlie adolescenti dopo che lei ha notato la tua seduta sul gradino davanti all’ingresso che ascoltava musica guardando nel vuoto davanti a sè e l’ha notata perché la sua è uguale. Tortellini in brodo, sempre, grazie.
🌾noi3, Monteveglio, Bologna🌾