Attese piccole, per rimanere in equilibrio, la nuova inquilina Gilda e le peonie

Non so voi, ma io non so più che giorno è, ok, lo so che è domenica, su questo mi trovo ancora abbastanza e so anche che oggi in particolare è il 29 perché stanotte è cambiata l’ora, solo per quello, di solito so l’anno ovviamente, anche perché è molto difficile dimenticarselo quest’anno, e a malapena il mese, sono chiusa in casa da fine febbraio e devo fare uno sforzo notevole per rendermi conto che siamo già quasi in aprile. E in aprile abbiamo il mio compleanno, quello di Biscottino, quello della mia amica Eli, a maggio invece il compleanno della Miranda e della Pepa e dell’Allina.

Comunque io ho trovato il mio personale e infallibile modo di misurare questo tempo surreale, doloroso e incredibile: non comprerò nessuna tinta fai da te e lascero’ i capelli liberi di crescere del loro colore e moltissimi ormai sono bianchi, così saprò sempre se è passato un mese, un mese e mezzo, due dall’inizio della quarantena e chissà che alla fine di tutto questo caos io non decida di tenerli davvero nature e stop tinture, ci pensavo già da prima del covid19.

Nel frattempo mi sono resa conto che la peonia sta per rifiorire e non me lo aspettavo, ne sono stata felicissima, credevo che fosse morta, ditemi se non è simbolica questa cosa e poi attendo anche che sboccino i tulipani e le rose, piccole ma specialissime attese e oggi abbiamo tanto bisogno di guardare alle cose piccole, a portata di sguardo e di cuore, per rimanere in equilibrio.

Da qualche giorno infine vedevo spesso un’ape, Tino e la Miri la lasciavano stare, lei andava e veniva. Oggi io e Massi pranzando in balcone ci siamo resi conto che ha fatto un piccolo nido nel sonaglio di legno a vento che è appeso da molti anni, ne siamo stati felici e in attesa di capire bene cosa dobbiamo fare le abbiamo dato un nome, Gilda.

Serena fine di domenica.

Piedi freddi, gentilezza, angoscia, amore

Ieri a Modena è nevicato e da due giorni ho i piedi freddissimi nonostante i calzettoni di lana. Ho le unghie sporche di terra perché prima ho interrato una rosa rossa, le mani me le sono lavate, non le ho rilavate perché mi piacciono anche così. In molti mi stanno mandando messaggi per dirmi continua a scrivere sul blog, che mi fai tanta compagnia, grazie, ne sono felice, a me fa benissimo scrivere, a voi leggere, quindi è perfetto! Stamattina sono uscita per il giro settimanale, per strada non c’era nessuno e mi sono molto impressionata, il surreale di questo mese inizia a scavarmi dentro, a farmi paura, al di là del covid19 e del timore di ammalarsi. Davanti al negozio di cibo per animali c’era la fila, la signora dopo di me mi ha detto che non ce la fa più, che sta per cedere psicologicamente, le ho sorriso ma non avrà visto, non sapevo davvero cosa risponderle, per fortuna è arrivato il turno di entrare, ho preso le crocchette per i gatti, quelle bio, senza mais, una cinquantina di buste di carne, che mangiano come dei lupi e sono uscita per andare nella farmacia accanto. Alla fine, mentre la farmacista stava mettendo nel sacchetto le mie medicine, le ho detto ah, mi servirebbe anche una confezione di masche….. e lei scoppia a ridere sguaiatamente, alza la voce e dice alle altre vuole le mascherineeeeeee!!! e tutte ridevano, io ho fatto ancora un po’ più di fatica a respirare, non mi sono sentita molto bene ma non ho risposto, c’è stato un momento che è durato una frazione di secondo che ho pensato di risponderle, di chiederle che cosa aveva da ridere ma non l’ho fatto, ho pensato che la gentilezza è il mio credo e che in questo periodo siamo tutti molto stressati e pazienza. Alla coop ho fatto una lunga fila per entrare perché nel frattempo la guardia che regola gli accessi era andata in pausa pranzo e una commessa se n’è accorta dopo un po’ ed è venuta lei a farci entrare a gruppetti di due; mentre ero in fila hanno iniziato a suonare le campane in ricordo e memoria delle vittime del covid19, ho detto tante preghiere nella mia mente, avevo il fiatone come che avessi corso eppure ero fermissima. Mi manca spesso il respiro, ultimamente. Spesso. Ho fatto una spesa enorme, enorme, riempivo il carrello e pensavo a quando avrei dovuto caricare tutto in macchina, per fortuna poi sotto casa sono scesi Massi e la Benny e in tre siamo riusciti a portare su tutto. Ero molto agitata e un po’ sconvolta, dico sempre tutto bene! a chi mi chiede come sto, come stiamo ed effettivamente è così, però dentro la paura si fa largo, è tutto stravolto, per quanto tutto questo possa essere una possibilità, dolorosissima ma dobbiamo fare lo sforzo di trasformarla in possibilità. Tuttavia non è facile. La cosa bella è che nel mio condominio nessuno si ricorda più dello striscione più tortellini meno Salvini, io per prima e questo senso di unione mi piace molto, mi pare che la mia casa sia tutto il condominio e ci si aiuta come si può, chi stampa i mille moduli per uscire di casa e li mette in bacheca, chi chiede come va, chi propone di raccogliere gli ordini dei mazzi di fiori per far fare alla fioraia un giro solo e non quattro, chi disinfetta i corrimano e i campanelli, chi suona per chiedere un caffè e mentre si beve a distanza di due metri nel pianerottolo si chiacchiera del più e del meno, più del più che del meno, perché comunque penso che siamo molto fortunati a stare bene e a poter godere dell’affetto degli altri.

A presto, vi tengo aggiornat* 🖤

A l’abri de vos protecteur préférés.
Emmanuelle Houdart

Le giornate fra le telefonate a Franco Arminio e il Nam-myoho-renge-kyo

Le cose belle di oggi:

ho telefonato a Franco Arminio, uno dei miei poeti del cuore, ci provavo da ieri, stamattina ci sono riuscita, sì perché lui in questo periodo surreale dalle 9 alle 11 risponde al suo cellulare e a me pare una cosa incredibile poter parlare con un poeta della mia disoccupazione, della morte, di come sarà dopo il covid19 e del fatto che spesso affidiamo al vento semi che poi germoglieranno altrove, lontano da noi. Ogni giorno cambio doccia schiuma, sto usando tutti quelli che mi hanno regalato a Natale, quello al tè verde è particolarmente buono. Spesso cambio la cover dell’iPhone, oggi ho messo quella con le violette essiccate. Ho cambiato la foto del matrimonio che è appesa sul muro del salotto, ora c’è quella in cui scendiamo dallo scalone del palazzo comunale e ridiamo ed è una pioggia di riso e petali. Ho meditato il mio solito mantra per due mālā, quindi per 360 volte e mentre meditavo mi ha chiamata la madre di Massi, ho pensato che non era un caso se chiamava proprio in quel momento, le ho risposto come che il mio Nam-myoho-renge-kyo stesse continuando, era convinta che suo figlio fosse in terapia intensiva perche non rispondeva al telefono da 5 minuti, l’ho rassicurata, le ho detto che stava semplicemente lavorando, mi ha risposto ma con tutto quello che sento in tv mi terrorizzo e io devi stare tranquilla Wilma, guarda Barnaby e la signora fletcher, che è meglio, mi ha fatto tenerezza e anche un po’ pena.

Vi lascio con una poesia di Franco Arminio, oggi è la giornata giusta 🤍

L’OROLOGIAIO VIRUS.

Mettiamola così:

è venuto per farci mettere le mani

dentro di noi, guarda nel fondo

la bambola di polvere con cui non hai mai parlato,

guarda il padre che hai usato come una lancia,

guarda il figlio, guarda la tua famiglia

assieme a te imbucata nell’universo.

No, non è un’occasione che ci renderà migliori,

è qui l’orologiaio virus per aggiustare

il modo di segnare il tempo, e tu città vuota

impara a sentirti vuota e tu che giravi sempre

ora stai fermo per tre mesi,

e tutti a fare i conti con l’angelo e col demone

che portiamo dentro, tutti ora in casa

diventiamo contadini chini a coltivare

le nostre terre, chiusi nell’avventura umana

senza i soliti intrattenimenti,

chiusi nella vita di sempre

che è sempre stare alla vigilia della morte.

E allora non conta molto quello che ti aspettavi

ieri, quello che ognuno si aspetta da sempre,

conta imparare, prendere appunti in questi giorni

direttamente dal proprio cuore, dalla propria testa,

l’unico notiziario da ascoltare attentamente

è il nostro corpo e in questo ascolto c’è salute,

c’è la barriera ai mali piccoli, gli unici

che conosciamo, il male più grande non lo vedrà

mai nessuno, mai a nessuno sarà possibile

vivere l’inferno in questa terra, sempre ci sarà

un luce e ora ce ne sono tante, ora

stiamo morendo e stiamo guarendo,

era chiaro anche prima, ma ora è proprio

lampante e non è questione mondiale,

non facciamo proclami grandi, è questione

di come starai nella tua pancia, nelle tue costole,

di come aprirai la bocca a un’altra bocca

di come saprai unire bellezza e pietà.

Da questi giorni improvvisamente misteriosi

non avremo altra, più luminosa eredità.

… il gatto, il cane, l’orso, le acciughe, il vento, il sole, la neve…

Avete sentito la Primavera? È scoppiata anche dentro di voi?

Dentro di me sì, moltissimo e poi stamattina è anche tornata Benny dopo diversi giorni passati da Marco, il suo papà e ora ci siamo proprio tutti, qui e anche online, perché sono diversi gli amici e le amiche che vedo grazie al mio iPad.

Stasera la Simo ha concluso la nostra pratica yoga con un pensiero stupendo che mi è sembrato proprio fatto apposta per Benny. Lo condivido con voi e grazie Simo, mi fai sempre scoprire cose che mi riempiono di Primavera.


– E allora vai
– Avrò paura?
– Sì
– Poca o tanta?
– Tantissima
– A destra o a sinistra?
– Se puoi non schierarti mai, resta al centro. Del tuo cuore.
– E se arriva il lupo?
– Il lupo arriva, ma anche il gatto, il cane, l’orso, le acciughe, il vento, il sole, la neve. Amore mio, arriverà tutto, non posso ometterti niente.
– E se mi perdo?
– Che ti perdi non è un forse, ma una certezza; quindi quando ti perdi chiedi informazioni
– A chi?
– Ecco, a chi. Se dovesse succedere prima di aver imparato a riconoscere tutte le erbe spontanee, i fiori e gli alberi, aspetta, non chiedere a nessuno, ché poi può succedere che scambi ciliege per bacche velenose. Aspetta, impara i prati i boschi e soprattutto i venti, poi, se ancora sarai perduta, saprai da sola a chi rivolgerti
– Morirò?
– Sì
– Aiuto!
– Rinascerai tante volte, la morte si dimentica, prima o poi.
– Eh, prima o poi, ma il tempo è contato
– No, il tempo è contatto, è toccare tutto, provarci almeno, tutte le parti
– Mi risolverò?
– Non sei un rebus, sei un puzzle senza pezzi mancanti. Imparerai a metterli insieme, dal verso e con lo sguardo giusto
– Promettimelo
– Di più, te lo giuro
– Incontrerò l’amore?
– Te lo auguro, ma attenta a chi ti vuole spogliare, fermati piuttosto da chi ti vuole sfogliare. Ché l’amore, per me, assomiglia molto a qualcuno che ti tiene la fronte mentre tu, vomiti i giorni più duri.
– Allora vado?
– Allora vai. (Francesca Pachetti – da “La Raccontadina”)

📷 pinterest

Come quando continui a telefonare a tuo padre anche se non c’è più…

Ieri non mi sembrava per niente la festa del papà, per fortuna avevo già mangiato una zeppola un pomeriggio con l’Anna Maria prima di tutto sto casino ed era anche buonissima.

Ieri sera però avevo voglia di vedere una foto di mio padre e ho fatto quello che da anni continuo irrazionalmente a fare, apro Google, digito Tiziano Cattini, clicco invio e aspetto, aspetto che avvenga una magia e che appaia il viso di mio papà, dicono che in rete si trova tutto, no? No. Il suo viso non c’è più, è passato. Però ci sono ancora i suoi numeri di telefono del lavoro sulle pagine bianche, seleziono, desideri chiamare questo numero?, CLIC, gentile utente, il numero potrebbe essere inesistente o momentaneamente disattivato.

Lo so, è una faccenda delirante quasi quanto il coronavirus, me lo dico anche da sola, ma sei scema?! mi dico, eppure continuo a farlo, continuo a telefonare a mio papà. E lui non risponde. E io fra qualche mese riproverò e lui non risponderà… Appena esco da qua mi strafogherò di zeppole, tiè. Buona festa del papà, papà, anche se non rispondi.

Oggi va un po’ così.

Celebro comunque la primavera che è arrivata e lo faccio con una mascherina speciale! Felice rinascita!

Mascherina liberty by Cecilia Lugli home design 💕

Una cosa l’ho capita…

Stamattina mi sono messa le calze fiorite che mi ha regalato l’Anto di Antiba, il rossetto rosso e ho fatto un video in cui ho raccontato una storia ai miei bimbi, La luna Giovanna va in vacanza di Nicoletta Costa, mi mancano, loro e i loro genitori e i nonni e anche le mie colleghe, mi mancano tanto.

Poi è arrivata per posta la mascherina liberty confezionata dalla Ceci che mi ha messo addosso tanta allegria e positività, oggi è anche il secondo compleanno di Comequando, tanti affettuosi auguri Blog mio, pranzo in balcone, saluto ai vicini con la mano e scrittura, oggi la randagia bambina va in campeggio in montagna e c’è da ridere, tanti messaggi come stai? Mi manchi!, meditazione con il mio mantra, che poi veramente è della Ross e lezione di yoga con la Simo che si è commossa e ci ha commossi tutti.

Ci manchiamo, tanto! Ci mancano le persone che amiamo, ci manchiamo noi con la libertà che avevamo prima. Dopo la lezione con la Simo ho dato una scorsa veloce alle notizie, il sindaco di Fiorano ha comunicato che oggi per il coronavirus sono morti due fioranesi, non so chi sono, non ancora, ma sono uscita in balcone molto più commossa di quanto non fossi già e suonavano le campane a festa per fare coraggio, per dire che andrà tutto bene anche se ora non è per nulla così.

Di seguito vi metto il regalo che la Simo ha fatto a Comequando per i suoi due anni, il pensiero con cui ha concluso la sua pratica e che mi ha regalato e io ne sono felicissima. Eccolo:

Una cosa l’ho capita, ho capito che possiamo fermarci anche se non ci sono i mondiali di calcio e possiamo fermarci anche se non è domenica, perché alla fine abbiamo tutto e riusciamo a fare a meno di tutto e questa cosa potrebbe addirittura farci bene, perché fermarsi vuol dire la fine di tutto, ma può voler dire anche l’inizio di qualcosa. La terra ricomincia a respirare, la natura e gli animali rinascono e possiamo noi respirare meglio e fare anche qualche pazzia, abbiamo tempo per noi, per la nostra famiglia, possiamo imparare a stare con noi stessi e perché no sopportare meglio anche i piccoli difetti di chi vive con noi. Siamo costretti a guardare in faccia le nostre debolezze e alla fine possiamo anche compiacerci di quelle stesse debolezze. Questo allontanarsi dagli altri e dalle cose forse ci farà riavvicinare e magari questa volta possiamo decidere noi chi e cosa, perché dalle difficoltà e dalle paure nascono le opportunità, basta avere fiducia. La fiducia può diventare speranza ed è proprio perché nella fiducia è sempre implicita un po’ di speranza che noi non possiamo smettere di fidarci, nonostante tutto. Senza la speranza non è possibile vivere. Simona Giorgis ♥️

Foto di Patrizia Bassi

Altro che paillettes

Stamattina nel parchetto sotto casa sono arrivati i giardinieri a tagliare il prato, Tino li guardava con molta attenzione, io ero dispiaciuta perché erano spuntate tante margherite ed era un piccolo piacere vederle e sappiamo che in questo periodo ne abbiamo tanto bisogno, di piccoli piaceri. Nel frattempo sono uscita per fare alcuni giri, rigorosamente a piedi e ho indossato quel vestito di paillettes viola che usavo per le serate estive a cena fuori, all’aperto, volevo staccare, être fou, spezzare lo scontato che ogni giorno vedono le (poche) persone in giro e sappiamo che a me l’imprevedibile riesce sempre abbastanza bene.

In farmacia c’era la fila fin fuori, nel parcheggio, ho aspettato quasi mezz’ora e sono entrata soltanto quando è uscito il cliente precedente, ho preso i fermenti lattici per Massi e la vitamina C per tutti, perché la vitamina C è molto importante per la battaglia contro sto covid-19 che francamente ha rotto il cazzo un po’ a tutti (e a tutte, sia ben inteso).

In edicola ho visto la giornalaia parecchio triste, provata, ho preso il corriere della sera e un giornalino sullo yoga, mentre appoggiavo i soldini sul piano e lei li prendeva mi ha guardata bene, ha notato le paillettes e quasi commossa mi ha detto che bello che ci siano persone che provano a rendere più bello il mondo che ci circonda adesso, le ho sorriso, aveva capito perfettamente.

Poi sono stata velocemente al negozio di alimentari sotto casa, la commessa ha sbarrato gli occhi quando mi ha vista, ha detto che bel vestito! e io grazie, è un gioco! che poi tanto gioco forse non lo è l’impegno quotidiano di affrontare con leggerezza i giorni che stiamo vivendo e leggerezza non è superficialità, ho preso la marmellata alla fragola, tre limoni, una confezione di crescentine, un salamino (il mio discorso veg per ora è sospeso), un sacco di yogurt, che Barozzini ha dei gusti che non trovi da altre parti, tipo lime e aloe e sono tornata a casa godendomi il sole meraviglioso che c’era.

Al pomeriggio ho scritto, sempre della randagia bambina, è un viaggio stupendo, poi solita lezione di yoga e giretto in balcone, nel parchetto sotto casa hanno messo le transenne alle entrate, il Sindaco ha dovuto chiudere i parchi visto che le persone ci andavano come che fossero in vacanza e li capisco, per carità, ma la situazione è davvero seria, le margherite però i giardinieri hanno cercato di non tagliarle e mi è sembrato un gesto bellissimo.

Prima di fare la doccia mi è capitato di vedere un servizio video sui funerali incessanti al cimitero monumentale di Bergamo, una lunga fila di carri funebri che quando arriva il loro turno entrano velocemente dal cancello, alcuni parenti, pochissimi, si accodavano al carro per pochissimi metri, per poi fermarsi davanti al cancello che si chiudeva e via un altro carro pochi minuti dopo, sono rimasta scioccata, mi sono commossa profondamente e oggi mi ero commossa anche a vedere la laurea online in giurisprudenza di una giovane donna speciale che sta combattendo tanto per i diritti e l’integrazione, insomma, ho la lacrima facile davanti alle gioie e ai dolori grandissimi e al tutto nuovo che stiamo vivendo. Infine stasera mi ha scritto una mia amica infermiera in trincea, sei bellissima vestita da sera a fare la spesa e io TU sei bellissima per tutto ciò che sei e che fai, altro che paillettes e via di commozione ulteriore.
In bilico, fra l’importanza assoluta delle paillettes e gli altro che paillettes!

Paillettes e retina della spesa

Vertici di gratitudine ed energie negative

Ieri mi sono svegliata triste e sono andata a letto ancora triste, inconsueto per me che un motivo di gioia bene o male lo trovo sempre, è nella mia natura di ottimista e di randagia, perché le randagie senza gioia sopravvivono molto più difficilmente delle persone normali.
Eppure ieri è andata così, il covid-19 mi striscia vicino e ho paura e in più mentre finivo di fare colazione ha telefonato la madre di Massi “Massimo dove seiiiii?”, “Dove vuoi che sia mamma, in casa!”, “Sono andata alla Coop, avevano tutti le mascherine, c’era la polizia che controllava, mi sono così spaventata….. “ e piangeva, “Mamma mi raccomando, stai in casa, riguardati…”, “Ah, ma a me non interessa di me, ormai sono vecchia e posso anche morire, dico per te, se muori tu la mia vita è finita” e cose così, può sembrare un discorso affettuoso e materno, ma in realtà è solo il suo panico che parla e queste secchiate di negatività in questo preciso momento mi disturbano al punto da rovinarmi la giornata. Capita.
Oggi però mi sono ripresa, ho pulito tutti i vetri delle finestre e lavato le tende, mangiato donuts, lasciato tag con scritto andrà tutto bene sulle maniglie delle porte dei miei vicini, letto, scritto della randagia da piccola, parlato al telefono con un caro amico e fatto yoga in videolezione con il mio maestro e gli altri di Anatomyoga e non so voi ma a me capita davvero di toccare vertici di gratitudine inaspettati, mentre sento le voci delle persone a cui voglio bene mi dico ma quanto bene gli/le voglio, non ci avevo mai pensato abbastanza.

Gratitudine e delicatezza sono le mie parole preferite di oggi.

E poi la crema da corpo all’ortensia è davvero buona.

Manuale di sopravvivenza alla Jane Birkin

• Post leggero, non leggere se particolarmente irritabili•


Qui ci vogliono creatività e charme, altrimenti non sopravviviamo. Io metto uno spruzzo di Chanel n. 5 prima di andare a buttare il pattume e so di amiche che invece si passano il rossetto rosso o il mascara, in quarantena ok, ma sciatte mai. Bellissime le videochiamate con le mie amiche e meravigliose le lezioni di yoga online con la Pepa che si fa le unghie sul tappetino, Benny che scartoccia patatine fritte dietro di me e i cic cic cic dei tasti del mac di Massi. E il vicino di casa che manda messaggi nella chat di condominio con scritto cose tipo domani tiro al piattello coi piatti vecchi, ciascuno dal proprio balcone e dopodomani acquagym, come in un villaggio vacanze. Io in quarantena potrei starci anche un anno, così. È un periodo brutto, bruttissimo, per questo lunedì andrò a fare la spesa da Barozzini con l’abito che vedete in foto.

𝐐𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐭𝐢 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐫𝐚𝐥𝐞, 𝐭𝐢 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐢𝐥 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐟𝐥𝐮𝐨 𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐚𝐠𝐠𝐫𝐚𝐩𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢. Jαɴe Bιrĸιɴ

𝙻𝚒𝚜𝚊 𝚂𝚑𝚘𝚙 𝚂𝚊𝚜𝚜𝚞𝚘𝚕𝚘

Vi porto nei miei sogni

Vi volevo dire che vi porto tutti nei miei sogni, mi sembra una cosa dolce.

Ogni notte sogno tante persone che amo e che magari avevo pensato da poco chiedendomi come staranno e le sogno nelle storie più strane e surreali ma tutte belle, nessun incubo da molti giorni. Credo che sia per il moltissimo tempo che posso trascorrere in profondo contatto con me stessa in cui penso, medito, contemplo, adoro sentire i grani della mālā che mi scorrono sotto le dita e insieme mi passate dentro anche voi che amo e poi di notte vi sogno e mi pare davvero una cosa stupenda, un segno di unione ora che siamo apparentemente distanti.

Per il resto in questi giorni difficilissimi leggo moltissimo e scrivo e ieri sera nella lezione on line di yoga mi sono accorta che ingrasso anche e per forza! con tutto quello che ho il tempo di cucinare e poi, come che non bastasse, mi telefona anche la mia ex suocera e mi dice vieni mò a prendere delle lasagne e dei tortellini, che a stare chiusa in casa ne ho fatto quintali e perciò vado e se mi fermano i vigili dico che sto andando a prendere cose per il mio sostentamento. E la primavera che avanza nonostante tutto? La bellezza ci salverà.

𝖢𝗋𝗂 𝖾 𝖯𝖾𝗉𝖺 𝗂𝗇 𝗒𝗈𝗀𝖺

Finirà presto, come finiscono tutte le cose senza cuore…

Ebbene, sabato notte Modena è stata inserita dal Governo nella zona arancione, ossia nelle città fortemente colpite dal coronavirus e siamo quindi tenuti a rispettare una serie di divieti e limitazioni utili a non far espandere ulteriormente il virus, c’è chi rispetta le regole (molti) e chi no (moltissimi) e va a sciare, a pranzo in trattoria, a passeggiare insieme ad altre decine di persone al parco scatenandomi molte riflessioni sulla capacità di assumersi responsabilità e di mantenere il contatto con la realtà.

In questo post però voglio dire principalmente altro, ossia sottolineare come la rete sia diventato uno strumento per diffondere bellezza e serenità, per sentirci uniti anche se temporaneamente lontani, per condividere con gli altri libri, rassicurazioni, consigli, filastrocche (Letizia Brucomela), passatempi per i bambini (Burabacio) giochi per noi adulti (come #25giorniacasa di Alice Avallone), moduli utili (i miei commercialisti, Studio90 di Formigine) e scambiarci opinioni, testimonianze, informazioni e sostenere ristoranti, negozi, esercizi commerciali, librerie grazie anche alle consegne a domicilio.

Una piazza virtuale insomma in cui è bello sostenersi e stare vicini perché questo momento difficile passi in fretta lasciandoci migliori, più attenti agli altri e a noi stessi, più capaci di creare cambiamenti positivi a partire da noi, dall’ambiente, dalla cura per il piccolo pezzetto di mondo in cui viviamo e se tutti facciamo così, allora la cura sarà universale.

Finirà presto, come finiscono tutte le cose senza cuore. Giò Evan (dalla bacheca di Ceci)

immagine Burabacio

Cristina dei tulipani gialli

Oggi sono stata molto brava, non ho abbracciato e baciato nessuno, a parte Massi. Mi sto abituando alle distanze, che mi hanno sempre dato molto da fare ma mi rendo anche conto che ora è indispensabile tenerle e inizia a venirmi abbastanza spontaneo non dare più la mano e non salutare con baci e abbracci. Lo ammetto, sto iniziando ad avere molto timore del contagio, a differenza dei giorni scorsi non mi sembra più un’ipotesi remota e non sono preoccupata tanto per me, quanto per Massi. Ieri gli ha telefonato l’ospedale, gli ha chiesto se aveva febbre alta e tosse, se era stato in zone ad alto contagio e gli hanno posticipato le visite di marzo a maggio, a parte quella della gastroenterologa che deve monitorare il post intervento, perché è bene che non vada in ospedale in queste settimane.

Stamattina sono uscita ugualmente, sono andata all’INPS per la disoccupazione e poi a pranzo con un’amica e sulla strada mi sono fermata in fioreria perché a casa nostra i fiori non possono mai mancare. Era quasi orario di chiusura per pranzo e al fioraio ho detto così: vorrei un mazzo di fiori molto resistente, che non abbia bisogno di acqua per almeno 3 ore, perché ora devo andare a pranzo con una amica e dopo ripasso che voi siete ancora chiusi e non potrei aspettare e bla bla bla e lui non esistono fiori che non hanno bisogno di acqua per 3 ore, facciamo così, scegli i fiori, poi te li preparo e quando ripassi mi mandi un messaggio, che probabilmente sarò nel retro e ti do il tuo mazzo, e io ok, perfetto, a dopo, ti scrivo mentre arrivo… ho scelto un mazzo di tulipani gialli, che contro il coronavirus serve colore e dopo pranzo gli ho scritto Ciao Matteo, sono Cristina dei tulipani gialli e trovo bellissima la firma “Cristina dei tulipani gialli”, ricordatemi così, nel caso.

Mentre tornavo alla macchina col mio bouquet avvolto nella carta di giornale perché la mia fioreria è ecologica e sostenibile, mi sentivo chiamare, una, tre, cinque volte, mi sono voltata, era una mia bimba del nido che ora è in prima elementare e felicissima le ho detto Giuliaaaaaaaaaaaaaa!, non la vedevo da allora, e lei nooooooo, come hai fatto a riconoscermi?!?!, la riconoscerei fra millemila, la ricordo ancora mentre a pochi mesi dormiva in posizioni assurde, coi capelli sempre spettinatissimi e ci siamo mandate tanti baci a distanza di un metro, con la mano.

E voi, come combattete il coronavirus? Passate un felice week end, mi raccomando e limitate uscite e frequentazioni sociali 😘🦠

𝙲𝚛𝚒𝚜𝚝𝚒𝚗𝚊 𝚍𝚎𝚒 𝚝𝚞𝚕𝚒𝚙𝚊𝚗𝚒 𝚐𝚒𝚊𝚕𝚕𝚒

Il lavoro al tempo del coronavirus

In bilico fra un contratto svanito nel nulla e un altro che arriverà solamente quando i bimbi rientreranno nei servizi.

Due settimane non pagata, sospesa in una bolla. Coronavirus è un’emergenza anche per questo, per tutti i suoi effetti collaterali non strettamente sanitari.

Massi oggi ha saputo che la sua convalescenza si allungherà di due settimane ancora, proprio perché il covid-19 si sta diffondendo velocemente nella nostra zona e lui con l’intervento che ha subito viene considerato un soggetto molto a rischio.

Fra poco esco per andare a yoga perché ho bisogno di normalità, ma le mie giornate si svolgono di solito in casa, con Massi e Benny, in questa reclusione volontaria un po’ imposta e un po’ no e leggo molto, cucino, ascolto le fusa dei gatti, scrivo e faccio commuovere la Ross, vado in camera da Benny, la guardo e senza dire niente torno sul divano, così, tanto per guardarla, dormicchio, scrivo duecento wathsapp per non perdere i contatti, penso, mi ravano il piercing… cose così insomma.

Reimmaginare un po’…

Non è facile stare in bilico fra i musi lunghi di una figlia adolescente e i pensieri grigi di un marito convalescente. Quando sento che le ondate di negatività stanno per travolgermi accendo il palo santo, recito qualche mantra in silenzio, respiro profondamente, tiro fuori Brama, lo stupendo libro di Ilaria Palomba che sto leggendo in questi giorni e scrivo, scrivo, scrivo, continuo a fare diligentemente gli esercizi di scrittura quando posso, quando voglio e spesso anche quando non voglio, non necessariamente in quest’ordine. Mangio anche, molto. E aspetto di andare a firmare il contratto nuovo. In questo periodo è tutto da reimmaginare un po’ e mi piace questa cosa.

{immagine di Daria Petrilli}