Il diritto ad essere amati

Ogni week end abbiamo un appuntamento fisso che a volte comporta anche più di un giro, dipende dagli inconvenienti e dalle distrazioni capitate durante la settimana. Dipende soprattutto da Biscottino, che ultimamente intensifica di molto questi giri obbligatori, non avendo esso ancora compreso l’imprescindibilità della lettiera e d’altra parte lui viveva in montagna, in riva ad un fiume, quindi… Alludo alle molte visite di Massi alla lavanderia a gettone sotto casa con mastelle piene di roba pesante e profumata, ma lui ci va volentieri e ha fatto anche amicizia con il vecchietto che tiene pulite le lavatrici e le asciugatrici e che ogni volta lo ringrazia per esserci andato… Massi ormai sa tutto sulle macchine Miele, sui tubi di aspirazione dell’umidità, sul fatto che un’asciugatrice consuma 5 kwatt all’ora e che alla lavanderia a gettone sotto casa vanno persone mica solo di Fiorano, ma anche di Baggiovara, Modena, Scandiano, Sassuolo e persino Reggio Emilia! Caro Babbo Natale, credo di essere stata abbastanza buona quest’anno. Per favore, puoi portarmi una lavasciuga? Grazie. Tua affezionatissima Cristina Cattini.

A proposito di Biscottino, per lui il mondo a casa nostra è tutto nuovo e sta facendo molte scoperte. Una di queste è che si può bruciare baffi e muso se va ad annusare da troppo vicino Sardinia, la candela di Cera una bolla che avevo acceso l’altra sera e ora le vibrisse bruciacchiate di Tino profumano di mirto.

Domani è la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e le maggiori violenze si subiscono in famiglia, purtroppo lo sappiamo. Stavo pensando che per me la famiglia è dovunque c’è il diritto ad essere amati, perché l’amore è un diritto, non una delle opzioni possibili. Soprattutto in famiglia.

Splendenza

Stasera a yoga ho realizzato potentemente che il nostro corpo riesce ad aprirsi nella misura stessa in cui sa chiudersi e così anche il cuore e la mente. E non intendo la chiusura buia, quella è difesa, è paura. Intendo la chiusura della sacralità, dell’avere un centro luminoso attorno al quale raccogliersi, del rispetto che dobbiamo sempre a noi stessi e non è scontato. In questo modo anche l’apertura sarà altrettanto intensa e vitale. Detto questo, sto facendo i compiti che ci ha assegnato il maestro di storytelling e sono tramortita da quante parole silenziose mi ero sempre tenuta dentro! E che felicità vedere ora come volano, come escono con facilità, come spengano le paure e i giudizi. Come quando mi esce la verità e somiglia tantissimo alla splendenza.

Nata nuova

Non avevo mai avuto così tanta voglia di bello e di nuovo!

Mi sento nata nuova, anche se non so se riesco a dire bene ciò che intendo…

Le parole giuste possono essere più o meno queste: se il gelataio mi chiede se voglio la panna montata con la nutella calda sul gelato io rispondo sempre di sì e mi sembra la cosa più buona del mondo. In quel momento, eh, perché poi ci sono altre 133 cose più buone del mondo che posso sperimentare (al giorno). Se c’è da scrivere in francese alla stilista di abiti da sposa che ha l’atelier a Parigi ora lo faccio. Ora. E la stilista crede che mi chiami Amélie, come il mio nickname Instagram. Ça c’est parfait! Cerco le parole, anche in un’altra lingua, perché finalmente so che quello che ho da dire è importante, prima di tutto per me. I capelli rosa mi stanno bene. So che mi piace tanto tenere le mani in tasca, ma nel mio cappotto nuovo le tasche non ci sono e fa lo stesso. Domani inizio il corso di storytelling e sono felice. Se vedo un maglione fucsia non posso non prenderlo. Mi sento bella e anche questo significa trovare le parole. Se vado a fare l’aperitivo con le colleghe e vengo da cento mondi paralleli basta mettere il maglione con le paillettes e il rossetto rosso e sono pronta. Potrei continuare a scrivere di cose belle fino a domani ed è proprio per questo che mi sento nata nuova. Felice week end ❤️

Liberazioni

Ieri ho fatto un corso di scrittura con Marco Missiroli ed è stato pazzesco. Credo di non aver mai vissuto un’esperienza del genere. Anzi, ne sono sicura. Ho scritto cose che non pensavo avrei scritto e poi ho chiesto a Marco R. di raccontarmi esattamente che cosa è successo quella notte di 12 anni fa, quando è morto mio padre, ma solo quando sarò pronta e ormai manca davvero poco. A metà degli esercizi di scrittura volevo mettermi il mio berrettone di lana rosa perché avevo un gran male alla testa e anche un po’ di paura che scappassero pensieri e idee. L’ho infilato alla fine dell’incontro e l’ho tenuto anche per metà cena di compleanno di Benny, che non si sapeva mai. La storia è ancora lì, per fortuna. Ora però sono a letto perché ho bisogno di riposo, stamattina girava tutto. Ripeto, è stato pazzesco.

Il 9 novembre è per te

Sei nata a metà pomeriggio di quattordici anni fa, già quattordici e, detto fra noi, mi pare una cosa incredibile perché mi sembra che sia stato tantissimo tempo fa, ma anche ora, adesso. Forse perché si rinasce ogni giorno e tu sicuramente questa cosa la sai fare molto bene e me la insegni, ce la insegniamo. Quel giorno il cielo era grigio grigissimo, per qualche minuto è anche nevicato ed era venuto buio presto. Ricordo che avevo preparato con cura il cd da mettere durante il travaglio, erano praticamente tutte canzoni dei Dire Straits, volevo che nascessi molto rock, ma purtroppo il cd quel giorno non è servito e tu sei arrivata dopo una puntura in fondo alla schiena che mi aveva molto spaventata e non ho ancora capito da dove sei venuta, perché mi sei comparsa così velocemente accanto, ma ti ho sentita da subitissimo come completamente altro da me e penso che la radice più profonda dell’amore abbia a che fare proprio con il non fare mai come che quella persona sia tua. Abbiamo bisogno di cercare somiglianze per addomesticare, ma si cresce solamente grazie alla nostra unicità, all’essere in relazione con tutto, ma fondamentalmente con nulla di abbastanza simile a noi. In questi quattordici anni ti ho conosciuta, ri-conosciuta, a volte mi sembri sconosciuta e allo stesso tempo mi sei più intima di me stessa. Sei super rock e spesso mi lasci senza parole e mi dico che volevo una figlia esattamente così, oggi. Essere madre significa che insieme a una figlia devi ripartorire ogni giorno anche te stessa. La Nonnina ha scelto questo giorno, due anni fa, per tornare a casa e questo brilla dentro di noi come una pietra talmente preziosa che non si riesce nemmeno a dire. Ti ricordi quando ci raccontava che lei c’era, quando sei nata? Che era lì, con la levatrice? E che ho fatto tanta, tanta fatica? Bè, per me il 9 novembre è il suo racconto e ha il profumo di neve e il colore di metà pomeriggio quando la luce si abbassa e lasci che venga buio, che la vita si prenda cura di te facendoti il regalo più grande e inimmaginabile, benedetto. O meglio, Benedetta.

Buon compleanno, Amore mio

Noi siamo la media delle cinque persone che abbiamo più vicine

Vi è mai capitato di rendervi conto dopo moltissimo tempo che la questione era più semplice di quello che credevate?! A me sì e sorrido ripensandoci ora, ma non è che le cose si capiscono sempre subito, anzi. Ho trascorso molti anni della mia vita, ma molti molti, con la sottile sensazione di essere rotta, di essere sbagliata al punto che ci avevo creduto veramente, a questa cosa! Ho vissuto anni di dolori profondissimi che mi hanno dato una forma evanescente e credevo che la forza fosse nel saper resistere sempre, nel portare avanti le cose a qualunque costo e nell’esserci costantemente per tanti che però non lo meritavano, ma io mi amavo troppo poco per saperlo, per capire che stavo prosciugando la mia energia vitale nell’assecondare sguardi ingiusti e cattivi su di me. Mai, mai domandare agli altri la cifra del nostro valore! Lo ripeto sempre a Benny! E le dico anche che quando noi per prime conosceremo veramente il nostro valore e la nostra bellezza, allora avremo attorno solo persone belle, è inevitabile. Noi siamo la media delle cinque persone che più ci sono vicine e la mia media di oggi è splendida. Ma quanta rabbia prima, quanta ansia che mi faceva dubitare di quasi tutte le mie scelte e l’ansia e la rabbia sono altamente tossiche! Ho iniziato ad amarmi davvero quando ho capito che dovevo imparare a dire anche dei no, tanti no e che io non ero per tutti, anzi e, infine, che dire la verità è una delle forme più alte di amore, per se stessi e per gli altri.

Carissima me…

Rara e domestica…

Sto aspettando a scuola di Benny di parlare con il terzo suo professore con cui sono riuscita a prendere appuntamento stamattina, che ero libera. È la prof di inglese con la quale Benny andrà a Londra a febbraio. Fino ad ora ho sentito parlare di mia figlia come di una calma entusiasta, affettuosa e socievole, anche coi prof e ne vado fierissima. La mia giovane donna sta crescendo rara come una giraffa in città, ma anche domestica come un cagnolino (cit. Chiara Gamberale). Lo sapevo. Lo sapevo, anche quando per tre anni mi è stato detto il contrario, che non era mai abbastanza, ma lei alla fine il suo molto moltissimo è riuscita a tirarlo fuori, nonostante tutto. Mentre mi prendo il caffè al chiosco all’interno della scuola ripenso al bellissimo week end che abbiamo trascorso festeggiando il compleanno di Massi con amici importanti, gatti festanti, braccialetti di super eroi Marvel, profumo di zenzero e pepe nero, carbonare e torte alla frutta, poche foto, vino, tanto vino, castagne e pasticcini, pantofole a squalo, occhi lucidi e grazie!, no, grazie a te, che mi sei accanto da tanto tempo e siamo sempre nuovi, sempre desiderosi di futuro, insieme. Noi. Ripenso anche all’aver affrontato e lasciato dove merita di stare l’ultima situazione in sospeso del mio passato e per passato intendo tutto ciò che mi teneva legata alla vecchia me, alla persona che ero di riflesso ad altro che con me non c’entrava proprio nulla. Ho azzittito definitivamente sguardi e parole cattive travestite da amicizia e ne vado fiera. Buona settimana! ❤️

Praticate sempre l’amore e la gentilezza

Oggi mi sento allegra e un po’ spregiudicata, ma ovviamente nella foto non sono io, perché io avrei i capelli castani-rosa cipria! A proposito di questo ieri la mia collega Cecilia mi diceva che il giorno prima aveva spiegato ai bimbi che l’indomani sarei andata io a fare una sostituzione e ai bimbi ha detto così: “Bimbi, domani viene la tata Cri, sapete la tata dei medi, quella coi capelli rosa, un po’ magica?!”, presente, ho detto io! Descrizione perfetta, brava Ceci! Purtroppo questa settimana non sono riuscita ad andare a yoga perché oggi è festa, ma ieri sera ho tagliato la zucca per la vellutata che oltretutto mi è venuta buonissima, e credo che questo valga ugualmente come allenamento. Anche a Tino piace molto, questa vellutata. Nel mese di novembre accadranno tante cose belle… Due compleanni importantissimi, di Massi e Benny, purtroppo c’è anche l’anniversario del ritorno a casa della Nonnina, ma poi inizierà il corso di storytelling che sto aspettando da settimane e questo mi rende felicissima! E so che la Nonnina lo è quanto me. Anzi, di più. Oggi al cimitero io e Benny abbiamo messo fiori splendidi e per fortuna che ci sono i fiori, a colorare la morte… ciclamini rosso carminio e rose rosa antico, eriche bianche e arancioni… Intanto inizia a prendere forma un giorno molto importante dell’anno prossimo… Stay tuned! Passate sereni giorni di festa e praticate sempre l’amore e la gentilezza 💕

(Foto dalla bacheca Instagram di mrs_zanzi)