Il duemiladiciotto è stato l’anno del coraggio e della forza, ma anche della frangibilità estrema, totale, del pane e delle rose. È stato l’anno del bullismo a Benny, dell’intervento al seno, della scarlattina, del respiro presente, qui e ora, del saluto alla casa della Nonnina e alla bambina che lì sono stata, di Goliarda Sapienza, di Biscottino, dei capelli rosa e ora perla, del vedere poco futuro e del vederne invece poi molto grazie ai sogni e a ciò che per tanti anni si è custodito con cura e stupore, del corso di scrittura con Marco Missiroli e dopo con Ferdinando, il maestro di storytelling, del lasciare uscire parole e molti no, dell’amicizia e della prossimità, della crisi più profonda e del trovare soluzioni luccicose, dell’intervento a Massi e della sua malattia cronica, dell’assenza costante e dolorosa di egoisti felici di esserlo, del cambio del divano e dell’abitare il noi autenticamente.
Il duemiladiciannove sarà un anno importantissimo, di tulle e di fiori, di molti sì, di ceste con gatti acciambellati dentro e tempo che passa profondo e vero, mantenendo sempre il filo rosso della fedeltà a me stessa e ai miei sì.
Felice 2019, dal cuore
[…]
Ma ancora proteggi
la grazia del mio cuore adesso e per quando tornerà nel tempo
il tempo per partire
il tempo di restare…
il tempo di lasciare
il tempo di abbracciare. […] V. Capossela