Ieri sera guardavo distrattamente una puntata di Grey’s Anatomy e nel frattempo leggevo, Massi dormiva sul divano, Benny era già a letto e i gatti anche, in diverse parti della casa. Ad un certo punto una dottoressa ha detto che quando hai subito un trauma, anche se credi di averlo superato e hai costruito a fatica una vita il più felice possibile, basterà un soffio per tornare triste, per sentirti di nuovo in pericolo, per avere la sensazione che tutto possa precipitare da un istante all’altro e ho dovuto finire di guardare la puntata anche se avevo deciso di andare a letto. Ho dovuto guardare fino in fondo la storia di questa dottoressa perché la sentivo mia, la sento mia e sono andata a letto triste, come spesso mi accade in questi ultimi mesi.
Quando lunghi funerali, senza tamburi o musica, sfilano lentamente nel cuore (Baudelaire) conosci profondamente il significato della gioia e se puoi scegli di essere gioiosa e accogliente, entusiasta e senti di avere il mondo in mano, sai che tutto andrà bene e che potrà accadere che la vita dica di nuovo sul serio ma tutto si affronterà, hai tanta energia e tanti primi passi da fare nei confronti di chi ti sta accanto, non fai conti e bilanci, non ti importa di essere spesso tu a cercare per prima, a sentire anche il dolore a distanza e ad esserci sempre e dai troppo perché chi ha lunghi funerali nel cuore ha il terrore dell’abbandono. In certi periodi però non puoi scegliere la gioia perché non ce la fai, i funerali continuano a sfilare lentamente e di energia ne hai quanto basta a lavorare, lavarti i capelli, comprare le verdure e cercare luoghi di pace e silenzio per sentire la vita che scorre forte nonostante tutto. E rimani sola, un po’ perché ne hai bisogno e un po’ perché ti acquatti in un angolo con le poche energie che hai e le persone si allontanano, giudicano la tua assenza, la interpretano quando tu avresti bisogno soltanto di qualcuno di quei primi passi che tante volte hai fatto tu nei confronti degli altri. Ti senti svuotata, ma sai anche che la pienezza tornerà a riempire quei vuoti, che la certezza di essere fragili è la forza più grande.
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