Una poltrona a fiori in garage, appunti sulla forza

Mi capita ogni tanto di avere a che fare con persone più o meno vicine che dichiarano che loro, una volta intrapresa una strada, non tornano più indietro e te lo dicono come che sia una minaccia. Se decidono una cosa, quella è e deve essere. Se interrompono qualcosa, non torneranno mai più sui loro passi. Integerrime, inflessibili, implacabili, rigorose, loro sì. E si sentono forti, mentre in realtà sono forse solo dure e si perdono un sacco di possibilità. Io invece torno dappertutto! Ho capito che non c’è un avanti e un indietro, ma solo una necessità vitale di movimento costante e quindi pensare di essere tornata indietro o magari di essere andata avanti lo trovo estremamente riduttivo. Io vado, anche quando ripercorro strade vecchie e dolorose, torno in persone che mi hanno ferita, vivo esperienze nuove ed entusiasmanti, oppure faticose, ho a che fare con persone luminose, oppure piene di sè ed egoiste… Io vado, con tenacia, coraggio e umiltà. Nulla può mai essere assoluto, tutto passa e può cambiare, perché noi per primi siamo cambiamento, se lo vogliamo. E allora la forza principale diventa proprio la consapevolezza della propria fragilità. Fermati, guarda bene chi sei, prendi atto delle tue benedizioni e dei tuoi limiti e poi vai sempre oltre. Oltre le benedizioni e i limiti.

Nella foto una poltrona bellissima in garage, in attesa di essere buttata. Ciao Gilby.

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