Abbiamo passato i tre anni delle medie come un inferno, per diverse materie e con diversi professori, la maggioranza. Abbiamo fatto test psicologici, perché ovviamente “la colpa” era della ragazzina, troppo timida, troppo tranquilla, troppo, troppo, troppo… Poi è arrivato il momento delle domande tipo “”C’è qualcosa che dovete dirci, qualche disagio a casa?…Benny oggi è scoppiata a piangere e non riuscivamo a calmarla, non ci ha voluto dire il perché…”… All’ultimo anno finalmente si è confidata e abbiamo scoperto, con dolore enormissimo, che era stata presa di mira da diverse bulle, in particolare da una, che diceva a Benny che era brutta, che era i voti che prendeva, cioè il nulla. Nel frattempo i prof. non si erano accorti di nulla e hanno addirittura dubitato che fosse vera la storia del bullismo, perché chi bullizzava mia figlia era una delle più brave della classe. Non l’hanno vista, non l’hanno guardata come un educatore deve guardare i ragazzi di cui ha responsabilità, non l’hanno accolta e difesa. Benny ha fatto il camaleonte, si è confusa con i muri, i banchi, le piastrelle della scuola perché la lasciassero un po’ stare e l’hanno lasciata stare anche i prof., che praticamente se la sono dimenticati, anche rispetto al rendimento scolastico. Per poi dire ai colloqui che non si impegnava, che guardava fuori dalla finestra, che c’era qualcosa che non andava, che forse il divorzio, che forse l’adolescenza, che forse il suo carattere…. che forse… E via di test psicologici per non trovare nulla che non andasse, anzi. E giù con le lezioni di matematica, due, tre volte alla settimana per tutto l’anno scolastico, anche in estate… e io e il papà di Benny tutti i pomeriggi a studiare con lei, a preparare le interrogazioni, poi questa cosa la faceva con Silvia, benedizione, e io, molto avvilita e devastata dalla fatica di non riconoscere mia figlia nelle parole degli altri adulti che la vedevano crescere, ho passato anni dolorosissimi.
Poi è arrivata la prima superiore.
In particolare oggi, questo messaggio di poco fa.
E allora, dopo averlo inoltrato a tutte le persone che amo e che si sono prese cura di Benny insieme a noi quando le era stato fatto credere che non avesse nulla di buono da tirare fuori, ho scritto queste parole. Che non saranno le ultime, rispetto a quegli orrendi tre anni di medie.