La rabbia accanto alla tenerezza. Anteprima di parole scritte…

La mia psicologa mi ha detto che il giorno di tulle ero stupenda e autenticamente io, in ogni particolare. Si è un po’ commossa vedendo le foto e io le ho chiesto se per caso diceva così perché è la mia psicologa e lei mi ha risposto che devo imparare ad accettare sempre di più i complimenti e i miei successi, perché me li merito e ciò che sono ora è solo per merito mio. Me lo dice sempre. Sarà vero?!

Sì! Ho fatto tanta fatica ad essere la me di oggi. Ho attraversato tantissimo dolore e la mia vita non era altro che una risposta perenne a ciò che facevano gli altri, alle loro pretese, alle loro incapacità di gestire problemi ed emozioni, al loro sentirsi più grandi grazie al mio farmi sempre più piccola, muta, invisibile. Non potevo e forse non sapevo scegliere.I sensi di colpa erano l’aria che respiravo e i miei respiri si sono spezzati a metà per decenni. Poi la scorsa estate sono stata davvero male, ero confusa e impaurita, tutta la stanchezza e la rabbia che avevo dentro cercavano canali per uscire e intanto scorrevano carsici in me. Non capivo perché non c’era più nulla di abbastanza bello, tutto mi feriva, il dolore aveva assunto le sembianze del non amore ed ero terrorizzata, mi sembrava di aver sbagliato tutto.

Ho chiesto aiuto subito perché volevo assolutamente vivere, non sopravvivere. La vita per me è sacra e non potevo tirarmela dietro così, come un cencio, fra delusioni e lamentazioni.

Il vero miracolo è stato trovare le parole giuste e non aver paura di dirle, perché ogni volta che taci qualcosa di importante in realtà ti neghi il diritto di esistere e di avere un tuo pensiero. E dopo poco queste parole ho iniziato anche a scriverle. Uscivano da sole e spesso stupivano pure me, che mi dicevo ma da dove ho ritirato fuori questo ricordo?! Questo pensiero da dove viene? e pensi poi che queste parole non interessino a nessuno, figurati e invece no.

La mia dottoressa insiste molto in merito a questo. Sta scrivendo seriamente, signora? , Ehm… dottoressa, avevo il tulleday, Certo, ma ora è passato e oltretutto le ha lasciato tantissime cose che sarebbe bello mettere in parola e poi mi scusi, ma anche Missiroli stesso le aveva detto -Scrivi!- giusto?, Sì! (e non ho aggiunto ma tanto lui lo dirà a tutti quelli che incontra! altrimenti la dott. mi avrebbe rimproverata di nuovo).

Tornata a casa dalla nostra seduta ho sentito che qualcosa era fiorito dentro di me e che era ora, dopo il tulleday, di procedere con il sogno successivo.

Apro quotidianamente le note dell’iPhone e scrivo lì, senza un filo logico se non quello che tutto ciò che scrivo mi appartiene straordinariamente, è nel mio dna…

Qualche frase presa dalle note… Com’è possibile che per tanti anni l’unico modo che trovi per vivere è il dolore?… è solo nell’oggi che ho imparato ad abitare. Dentro al futuro fabbrico il ricordo… DonBe e i due orologi… una sposa è il suo bouquet. Ed è il suo tulle. La sposa sa che il dono più prezioso è la cura… La rabbia accanto alla tenerezza, il gioco delle nuvole, Massi in certi giorni profuma di pane e di cotone bianco steso al sole. La fretta è un modo di tentare di vincere la tristezza…

Φως

(🇬🇷)

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