Coming out day, essere ciascuno se stess*, senza doversi scusare

Questa giornata deve ricordarci che la strada da percorrere per garantire la libertà di essere se stessi è ancora lunga. Dobbiamo impegnarci perché le nostre comunità sappiano accogliere ogni persona nel suo valore unico e irripetibile, garantendo pieni diritti civili a tutti e a ciascuno, dice una ministra oggi.

Speriamo che calendarizzino presto in parlamento anche qualcuna delle molte proposte di legge contro l’omotransfobia, perché comunque viviamo in un paese ancora tremendamente omofobo e non solo.

Le persone spesso antepongono la paura e la derisione alla conoscenza autentica dell’altro (avete visto il film Pride? Stupendo!) perché se ci si concedesse il lusso della curiosità e della tenerezza, allora tante storie diventerebbero le nostre e non esisterebbero più i froci, i negri, gli zingari, i busoni, gli handicappati ma solo l’altro diverso da me e va bene così, perché se fossimo tutti uguali quello sì sarebbe un gran disastro! Eppure oggi ciò che non è omologato, normale, che poi cos’è la normalità?, bello, vincente crea problema e il problema crea violenza, se non si affronta con rispetto.

Non parlo solo dei gay, ma di tutti quelli che hanno voglia e desiderio di dire chi sono, come si sentono e in cambio ricevono discriminazione e sono quindi costretti a tacere o a fuggire da loro stessi. Ci avete mai pensato, ad esempio, a chi vive disagi psicologici? È pericolosissimo condividerlo, perché poi vieni inevitabilmente marchiato di pazzia, mentre saper attraversare le proprie ombre è un cammino comune a tutti e sarebbe bello raccontarlo, fare coming out.

Sarebbe davvero bello poter essere ciascuno se stess* senza doversi scusare e la possibilità la possiamo creare tutti, ogni giorno.

/ Illustrazione di Elisa Talentino \

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