Ieri ho avuto un attacco di una gastrite che non sapevo neppure di avere e stamattina ho dimenticato a casa sul tavolo il mio iPhone. Quando sono arrivata al lavoro e me ne sono accorta mi sono detta che forse non era poi così male e durante la giornata ho avuto la certezza che in fondo in fondo noi sappiamo sempre di che cosa abbiamo bisogno e che cosa ci fa bene.
Oggi a me faceva bene rimanere disconnessa ma connessissima alla vita vera e infatti c’era un bel sole ma per fortuna nei giorni scorsi è piovuto così si è pulita un po’ l’aria da tutto lo smog che respiriamo, avevo tempo fra una commissione e l’altra e ho lasciato la macchina lontana dal centro e ho camminato tanto, osservato i piccioni, un ragazzo in monopattino, gruppi di ragazzine che attraversavano la strada con il semaforo verde e ridevano cristalline, annusato il profumo del mio adorato calicanto nascosto in un giardino ma lui non rimane mai completamente nascosto, praticato moltissima gentilezza, ammirato per l’ennesima volta l’anima di Modena, preso in prestito un sacco di libri in biblioteca da leggere con i bimbi e uno di questi si chiama La canzone della cacca e un altro Storia randagia, mangiato croissant alla crema in un bar guardando fuori e c’erano i colori di Modena, il rosso mattone e l’arancione caldo, una ragazza che è passata coi suoi due cani e poi due sorelle anziane a braccetto e due fidanzati che si baciavano e un ragazzo molto bello che correva e i corrieri con i furgoncini elettrici e i fiori colorati fuori dal negozio di fiori e per nessuna delle cose che ho visto mi è venuto da fare foto e forse le ho viste davvero. Sono passata di fianco al teatro comunale e come sempre ho ammirato i sassi incastonati nel pavimento del portico e ascoltato da fuori l’orchestra che provava, chiacchierato con diversi amici incontrati per caso, letto una rivista e guardato le vetrine senza che mai mi venisse voglia di tirare fuori l’iPhone e controllare le mail, se la Benny mi aveva scritto, l’orario, facebook… L’unico effettivo problema è stato l’ora perché non porto più l’orologio da decenni, ma la questione era facilmente risolvibile con gli orologi dei campanili e la luce che cambiava.
Una giornata stupenda! La mia gastrite, ma soprattutto io, ringrazia.