Never give Up!

Oggi Massi sta meglio, anche se delira ancora un po’ e mi fa molto ridere perché dice cose assurde, all’improvviso. Comunque sono riusciti a bilanciargli la morfina e sonnecchia tanto e io sto accanto a lui e lo accarezzo sul braccio, sul viso e sul collo come faccio coi miei bimbi quando devo addormentarli. Stanotte quando è tornato dalla sala operatoria urlava dal male e diceva aiutoooo muoio, adesso scappo dall’ospedale e vado dalla Rosi e da Bruno che sono i gatti della Sandra la mia prof, anche se Bruno non so dove l’ha preso perché in realtà il gatto si chiama Pilù, comunque ho capito lo stesso dove voleva andare. E non lo dirò a Pepi, Miri e Tino che altrimenti si offendono. A mezzanotte quando finalmente si è calmato e addormentato ho fatto per andare a casa (della Sandra) e nella hall dell’ospedale ho chiesto alla guardia fino a che ora giravano gli autobus ma lui non ne ha voluto sapere di rispondermi e mi ha chiamato un taxi e poi a casa la Rosi è venuta a dormire nel lettone con me. Percepisco attorno a me un senso di profonda cura dell’universo nei miei confronti, nonostante tutto.

La chirurga oggi mi ha spiegato che a Massi è rimasto un metro e settanta di intestino, l’hanno misurato e se lo srotoliamo è alto un poco più di me e allora io me lo immagino lì, in piedi di fronte a me e io che gli dico mettiti tranquillo per favore, fai un po’ di meditazione, guarda che bei panorami, ma lasciaci un po’ sereni e ho come l’impressione che mi ascolterà e la sutura terrà e avremo un po’ di pace.

Never give Up, come c’è scritto sulla felpa dei medici in reparto.

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