Anche io inevitabilmente in questi giorni di quarantena faccio ordine e pulizia, faccio spazio fuori ma anche e soprattutto dentro, che non è mai facile, si dice decluttering, fare ordine gettando via, liberarsi di polvere, oggetti, negatività, idee tossiche, presenze ingombranti…
Ieri per me non è stata una buona giornata, a volte mi sembra di dare troppo e che torni indietro molto poco, ormai mi conosco, quando scattano questi pensieri è perché sono stanca, scelgo io liberamente ciò che voglio donare e so benissimo che quanto ricevo è spesso molto di più di quanto ho dato anche se si tratta di cercare bene, di guardare molto attentamente, ieri infatti i loro grazie me li hanno detti i boccioli di peonia, quelli dei tulipani e Ste, ed è vero, ero stanca, stamattina infatti ho dormito fino alle dieci e quaranta, Massi è venuto a vedere se stavo bene.
Stamattina invece è accaduta una cosa meravigliosa! Sono scesa in garage perché cercavo un portavasi di ferro da appendere alla ringhiera in balcone, volevo fare la cuccia sospesa a Tino che è talmente curioso che sta in bilico sulla ringhiera per osservare chi passa. Il portavasi non l’ho trovato, ma in mezzo alle stratificazioni decennali di oggetti, pellicce, libri, cartoni, vasi, valige, giocattoli, favole, quadri ho ritrovato il tagliere di legno di mia madre, quello su cui avevo stampato diversi non mi rompere col timbro di Poochie, la cagnolina bianca e rosa che avrei tanto voluto avere e poi ho ritrovato anche i tre volumi sulla città di Modena che regalava la banca lustri fa a Natale, erano nella camerina piccola dalla Nonnina, quella in cui dormivo quando non c’erano i miei e mi piaceva moltissimo sfogliarli, la mia città ho imparato ad amarla anche così. Ora tagliere ed enciclopedia sono in casa, dalla mia vita sta uscendo tanto non necessario ma la me bambina sta tornando sempre di più a casa e non è più così randagia.
