Da qualche anno ho iniziato a collezionare oggetti particolari e che mi emozionano, ad esempio ogni estate riempio un barattolo di quelli da marmellata di ricordi, in quello del 2019 ci sono pezzetti di legno, semi, sassi, conchiglie, foglie, santini, tappi di bottiglia, petali, gherigli, un ciuffo di peli bianchi e arancioni di Pipi, un bigliettino lavato con i jeans, 10.000 lire del borsellino di mio nonno, una spilla rosa con baci e cuori, una posidonia raccolta in spiaggia durante la settimana di scrittura in Toscana, un pezzo di corteccia, un bastoncino a T.
Durante il lock down invece ho collezionato i tappi di sughero delle bottiglie che abbiamo bevuto, 13 per la precisione. Il mio preferito ovviamente è il lambrusco.
Colleziono per poter continuare a viaggiare e durante la sessantena ho fatto tantissima strada, pur rimanendo ferma.
Ho imboccato una strada fatta di quanto sono speciali le cose piccole, i pensieri per gli altri, gli atti di gentilezza, l’amore per la natura che abbiamo attorno, vicina e lontana, di cura per se stessi e per chi amiamo, ma anche per il mondo là fuori, basta poco, donare il sangue e adottare un cane dal canile per esempio, una strada che ti permetta di avere sempre ben presente quali sono le cose preziose nella vita e una vita sostenibile e davvero a misura di essere vivente gentile e rispettoso è quanto mai indispensabile ormai, il covid-19 ce l’ha spiegato bene.
Pasqualino sta bene. Su consiglio della mia amica Silvia gli ho preso un collare che rilascia sostanze naturali rilassanti, soprattutto per quando rimane in casa da solo. Mentre gli tagliavo il pezzo di collare che non serve non stava fermo e ho tagliato anche un ciuffo di frisee delle orecchie, poi ho messo su il ragù e sono andata a buttare la differenziata. Al mio ritorno credevo di trovarlo dritto davanti alla porta e invece no, probabilmente non si è nemmeno accorto che ero uscita, non so se è stato per merito del collare o del profumino del ragu…
Continuo a provare un profondo senso di gratitudine…
